di Valeria Zeppilli - Fa ormai parte dell'immaginario comune, la scena di liti di coppia culminate con il getto di abiti e oggetti di uno dei due partner dalla finestra ad opera dell'altro: non solo nei film, anche nella realtà l'ira rende spesso la voglia di cacciare di casa l'altro tanta da indurre a fare di tutto per accelerarne l'iter.
A tal proposito, però, non si deve dimenticare, innanzitutto, che cacciare in malo modo il compagno dall'abitazione comune è reato: quello di violenza privata previsto dall'articolo 610 del codice penale.
Tale norma, in particolare, punisce chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa. La pena è quella della reclusione fino a quattro anni.
La giurisprudenza, infatti, racconta di casi di condanne per violenza privata inflitte a partner che hanno letteralmente cacciato di casa l'altro: in tal senso, ad esempio, va la decisione presa dalla Corte di cassazione con sentenza numero 40383 del 15 ottobre 2012.
Scorrendo tra le norme del codice penale, peraltro, si scopre presto che le conseguenze penali di un simile gesto potrebbero non finire qui.
Se il compagno è cacciato di casa con la scena plateale di gettare tutte le sue cose dalla finestra si potrebbe addirittura configurare il reato di getto pericoloso di cose, punito dall'articolo 674 del codice penale.
Il nostro ordinamento, infatti, prevede l'arresto fino a un mese o l'ammenda sino a duecentosei euro per chiunque getta o versa in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone.
Scarpe, abiti, effetti personali potrebbero senza dubbio comportare un simile effetto.
Prima di compiere gesti inconsulti, magari incoraggiati da tante scene cinematografiche, bisogna quindi calmarsi e ricordare che la strada del dialogo è sempre la migliore.
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