In allegato il testo della pdl appena presentata alla Camera che vuole introdurre nel codice penale il nuovo art. 572-bis

di Marina Crisafi - Carcere per i genitori che impongono diete vegane, vegetariane o comunque non abbastanza nutrienti ai figli. E' quanto prevede una proposta di legge appena assegnata alla Commissione Giustizia della Camera, sulla scia dei recenti e drammatici fatti di cronaca che hanno coinvolto diversi bambini sottoposti ad alimentazioni restrittive.

L'intento della pdl (qui sotto allegata), che vede come prima firmataria la deputata Elvira Savino, è quello di impedire ai genitori "radicalizzati" di imporre ai propri figli alimentazioni prive degli elementi nutritivi essenziali alla crescita corretta e all'adeguato sviluppo fisico e cognitivo.

"Ormai da anni e, in modo particolare, nell'ultimo decennio - scrive infatti la Savino nella premessa alla proposta - si è andata diffondendo in Italia la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell'individuo". E se non c'è nulla da obiettare sullo stile alimentare prescelto da un adulto, prosegue la Savino, "consapevole e capace di autodeterminarsi comprendendo le conseguenze delle proprie azioni e assumendone la responsabilità, il problema sorge, tuttavia, quando a essere coinvolti sono i minori".

"Molte volte - assicura infatti la deputata - soprattutto ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta un'alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati". Per bambini e adolescenti, precisa la Savino, tale alimentazione, è carente di elementi essenziali (come zinco, ferro tipo eme, vitamina D, ecc.) necessari per un corretto sviluppo.

Ecco il perché della proposta che mira, in sostanza, ad affrontare gli eccessi - segnalati anche dai pediatri e che non di rado costringono persino i giudici ad intervenire, per ripristinare a colpi di sentenze, un'alimentazione completa ed equilibrata - stigmatizzando "le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età".

Di seguito le novità in sintesi:

Carcere per chi obbliga i minori di anni 16

La proposta di legge mira ad introdurre nel codice penale il nuovo art. 572-bis, rubricato "Imposizione di una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita di un minore", che punisce, chiunque "impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata" con la reclusione fino a un anno.

Pene fino a 6 anni per chi causa malattie o morte

In base al secondo comma della nuova disposizione di cui all'art. 572-bis c.p., inoltre, se dall'imposizione di una dieta radicale deriva al minore "una malattia o una lesione personale permanente, la pena è della reclusione da due anni e sei mesi a quattro anni".

Se, invece, dal fatto deriva la morte del minore, la pena prevista è dai quattro ai sei anni di carcere.

Aggravante per i minori di anni tre

La proposta di legge prevede inoltre una particolare circostanza aggravante, di cui al nuovo art. 572-ter c.p., sancendo che le pene previste dal precedente art. 572-bis, sono aumentate di dodici mesi laddove le condotte sanzionate siano adottate nei confronti di minori di anni tre.

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