La Corte d'Appello di Trento scagiona un uomo che aveva prelevato 1.250 euro dalla carta dell'amante della consorte

di Marina Crisafi - Il marito tradito può usare il bancomat dell'amante della moglie senza commettere reato. Se costui, infatti, lo lascia in giro per casa con il codice pin scritto su un foglietto in bella mostra accanto alla tessera, si tratta di tacito consenso.

Così ha deciso la Corte d'appello di Trento, in una sentenza depositata nei giorni scorsi, assolvendo un uomo condannato in primo grado a 10 mesi di reclusione per aver usato indebitamente una tessera bancomat trovata in casa sua e prelevato in cinque giorni circa 1.250 euro.

A raccontare la notizia è il quotidiano Il Trentino, che spiega la linea difensiva del marito tradito. Per la difesa, l'uomo infatti non aveva né rubato, né usato indebitamente il bancomat. Vi sarebbe stato, invece, un consenso tacito da parte dell'amante della propria moglie che forse in tal modo intendeva "lavarsi la coscienza", con una sorta di "risarcimento". A riprova, di ciò la dimostrazione da parte della difesa che il 64enne amante della donna frequentava abitualmente la casa della giovane coppia (al contrario di quanto dallo stesso asserito), si prodigava ogni tanto in regali e lasciava la tessera sul divano dell'abitazione, con accanto il numero di pin.

Per cui il marito, quando ha trovato il bancomat non si è fatto alcuno scrupolo ad usarlo, credendo che si trattasse dell'ennesimo regalo. Evidentemente l'attempato amante non la pensava allo stesso modo. Ma per il giudice trentino, il fatto non sussiste e il marito tradito va assolto.


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