Breve guida su come tentare di combattere le cartelle pazze e cercare di gestire i propri debiti verso l'erario

di Valeria Zeppilli - Le cartelle esattoriali pesano come un macigno su molti italiani. Ma anche se a volte sembra che l'ordinamento non tuteli i propri cittadini, il modo per difendersi da soli c'è.

Ecco un elenco di mezzi per farla franca rispetto a qualche cartella.

Nullità delle cartelle esattoriali per vizi di forma

La principale speranza che possiamo avere è quella che la cartella esattoriale notificataci sia nulla.

I motivi che determinano la nullità, infatti, sono molteplici e non bisogna mai omettere di verificare se effettivamente essi sussistano nel caso di specie.

La nullità può derivare, innanzitutto, da vizi di forma.

Si pensi al caso in cui la cartella non riporti la relata di notifica o questa sia errata o incompleta.

O ancora al caso in cui essa non riporti il computo analitico degli interessi maturati.

Nullità delle cartelle esattoriali per vizi di notifica

A determinare la nullità, poi, possono essere anche dei vizi di notifica.

Le cartelle esattoriali, infatti, devono essere notificate solo da determinati soggetti, ovverosia da pubblici ufficiali quali gli ufficiali giudiziari, i messi comunali e i vigili urbani.

Se quindi la cartella arriva, ad esempio, per raccomandata postale essa non ha nessun valore.

Falsi dirigenti

Con una sentenza dello scorso anno, la Corte costituzionale ha sancito l'illegittimità delle nomine con le quali numerosi funzionari dell'Agenzia delle Entrate erano stati nominati dirigenti, in quanto effettuate in violazione delle relative procedure.

Le cartelle firmate da questi falsi dirigenti, di conseguenza, non hanno alcun valore giuridico e possono essere impugnate.

Decadenza

Altro aspetto da tenere in considerazione per tentare di difendersi dalle cartelle esattoriali è che queste devono necessariamente essere notificate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui il debito sia stato maturato.

Spirato tale termine di decadenza, il nostro debito può essere recuperato dall'agente della riscossione solo attraverso una normale causa civile.

Prescrizione

Ogni tributo dovuto, inoltre, è assoggettato a uno specifico termine di prescrizione entro il quale è necessario procedere con l'azione di riscossione.

Se esso viene fatto infruttuosamente decorrere, le somme richieste con la cartella non potranno più essere recuperate e ci si potrà ritenere liberi dal debito.

Ma da quando decorre la prescrizione?

La decorrenza della prescrizione, in materia tributaria, è stabilita dalle singole leggi di imposta e generalmente coincide con la notifica della cartella di pagamento o dell'avviso di accertamento esecutivo.

Se la legge di imposta tace in materia, occorre fare riferimento alla disciplina generale del codice civile.

Occhio alla data

L'operatività degli istituti della prescrizione e della decadenza rende quindi fondamentale, non appena si riceve una cartella esattoriale, confrontare la data di questa con l'anno a cui risale il debito per scoprire sin da subito se il credito vantato possa ancora essere richiesto.

Istanza di sospensione

Un'ulteriore arma contro le cartelle esattoriali è quella di chiedere la sospensione della riscossione.

La richiesta va fatta tramite istanza indirizzata a Equitalia, direttamente all'ente impositore o, infine, al giudice tributario.

Ragioni della sospensione

La sospensione, tuttavia, non sempre è concessa ma affinché essa operi è necessario che il contribuente si trovi in condizioni di necessità o che la cartella presenti degli elementi di illiceità idonei a cagionare al richiedente un danno irreparabile.

Dichiarazione ad Equitalia

Un altro escamotage per tentare di combattere contro una cartella esattoriale, suggerito da alcuni e meno sicuro, è quello di inviare una semplice dichiarazione ad Equitalia inerente l'invalidità della cartella e sperare che entro il termine massimo di 220 giorni l'Agenzia delle entrate (alla quale la dichiarazione va trasmessa) non riesca a dare un'adeguata risposta. In tal caso, infatti, si potrebbe fare leva sul silenzio assenso rispetto all'annullamento di cartella e debito.

È chiaro, tuttavia, che il contenuto della dichiarazione deve corrispondere al vero.

Esdebitazione

I debitori non soggetti al fallimento, quali piccoli imprenditori, professionisti e privati in genere, possono inoltre fare ricorso alla procedura di esdebitazione prevista dalla legge cd. salva suicidi (numero 3 del 2012) anche per tentare di alleggerire la pressione dei debiti erariali.

Il requisito di accesso alla procedura è lo squilibrio economico tra i pagamenti che complessivamente devono essere effettuati e il patrimonio del debitore.

Rivolgendosi al giudice, quindi, il debitore può presentare una proposta di rientro con la quale provare a evitare di essere definitivamente schiacciato dai debiti. Se il giudice accoglie tale proposta, tutti i creditori ne sono vincolati e anche i debiti fiscali possono essere ristrutturati.

Condono dei vecchi debiti

Si segnala infine che dal 30 giugno 2015 Equitalia ha cessato tutte le attività di accertamento e di riscossione delle cartelle di importo inferiore o pari a 2mila euro comprensivi di quota, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, iscritte a ruolo entro il 31 dicembre 1999.

Tali cartelle, se i relativi crediti non sono mai stati assoggettati a transazione fiscale, accordo di ristrutturazione dei debiti o concordato, sono state automaticamente annullate.


Per approfondimenti sulla nullità delle cartelle esattoriali leggi: "I principali motivi di nullità delle cartelle esattoriali".

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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