Secondo l'istituto ad aprile c'è stata un'impennata degli occupati dello 0,7% mentre la disoccupazione è scesa al 12,4% e l'Ocse promuove la riforma del lavoro

di Marina Crisafi - Se nei mesi scorsi il dato si è mostrato altalenante e negli ultimi 60 giorni addirittura in calo, stavolta la crescita degli occupati fa parlare sul serio di "effetto Jobs Act".

Secondo le rilevazioni Istat, infatti, il mercato del lavoro ad aprile, primo mese ad avere visto in azione interamente la riforma del lavoro, ha registrato una crescita di 159mila occupati (0,7%), tornando ai livelli del 2012 e collocandosi ben al di sopra dello stesso periodo del 2014 (con un aumento dell'1,2%).

Al contempo si è registrato un calo della disoccupazione al 12,4% (con meno 0,2 punti percentuali), rispetto agli ultimi due mesi, mentre nel confronto col 2014 il numero dei senza lavoro è diminuito dello 0,5% (in valore assoluto -17mila).

A scendere è, in particolare, il tasso di disoccupazione giovanile (fascia dai 15 ai 24 anni) che ad aprile è diminuita di 1,6 punti rispetto al mese precedente, attestandosi al 40,9%.

Il risultato non poteva che far gioire il Governo, tanto che il presidente del Consiglio ha subito espresso soddisfazione con il tweet "avanti tutta sulle riforme, ancora più decisi", ma mentre la stessa Confindustria invita alla prudenza, perché i dati vanno confermati su periodi più lunghi, ci pensa l'Ocse a promuovere la riforma del mercato del lavoro.

Per l'organizzazione di Parigi, infatti, il Jobs Act ha tutto il "potenziale" per "migliorare drasticamente il mercato del lavoro" anche se la disoccupazione, secondo le previsioni della stessa Ocse, non scenderà sotto il 12% nel 2016. 


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