Tutte le opinioni espresse dai togati del Csm sono assolutamente insindacabili, insomma qualsiasi concetto od opinione espressa "nell'esercizio delle loro funzioni" è cosa buona e giusta.

A stabilirlo è la Terza sezione civile della Cassazione, che con la sentenza 4854/2013 ha accolto il ricorso di Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano. Nel 2002 Spataro, quando era consigliere del Csm, era stato condannato a risarcire simbolicamente con un euro il collega Angelo Di Salvo, che si era sentito diffamato dal collega nel corso di una seduta del plenum del Csm il 17 luglio 2002, oltre che in un intervento pubblicato il giorno seguente sulla mailing list "Civilnet". Spataro, parlando al plenum, disse che "Di Salvo è passato anche da vicende penali; è stato condannato in primo grado, anche se poi assolto per gravi reati e ha subito un procedimento disciplinare per questo".

Nel giugno 2009 la Corte d'appello di Roma aveva confermato la condanna ed il risarcimento al collega con la cifra simbolica di un euro. Proprio in questi giorni la Cassazione ha accolto il ricorso di Spataro rammentando che "la garanzia di non punibilità per i componenti del Csm in relazione alle opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni e concernenti l'oggetto della discussione copre ogni manifestazione del pensiero in concreto attinente all'oggetto della discussione consiliare e strumentalmente collegata al fine dell'esercizio del voto".

Questa garanzia "si riferisce anche alle opinioni dei consiglieri espresse nel corso di discussioni non aventi ad oggetto la carriera del magistrato, sempreche' siffatte manifestazioni di pensiero costituiscano espressione delle funzioni ad essi consegnate per Costituzione, risultando strumentalmente necessarie all'esercizio di queste funzioni e obiettivamente collegate con l'oggetto della discussione".

Il caso è stato rinviato alla Corte d'appello di Roma.

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: