
A far fede è stata in misura maggiore la deposizione dettagliata del fratello della donna, maggiormente coinvolto nella vicenda a motivo del legame parentale particolarmente stretto. Si sarebbe trattato di diffamazione anche nel caso in cui la notizia divulgata fosse stata vera? Sì, perché per costituzione sono da tutelare l'onore della persona e da rispettare la vita privata e familiare di un individuo.
"La riservatezza come dignità può cedere dinanzi al pubblico interesse della notizia, ma non può, in linea di principio, ammettersi che ciò avvenga oltre al soglia imposta dalla destinazione della notizia a soddisfare un bisogno sociale", ha ricordato la Suprema Corte nella sentenza.
Scatta quindi la condanna per diffamazione anche in relazione a comportamenti non approvati dall'opinione comune e fuori dai canoni etici, e non soltanto quando si attribuisce ad un individuo la paternità di un gesto compiuto che sia penalmente perseguibile.
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