Alla fine il giudice sportivo è stato inflessibile: il Cagliari ha perso 3-0 a tavolino nel match mai disputato con la Roma, rinviato dal prefetto dopo l'esortazione ai tifosi da parte del presidente Cellino di partecipare alla gara nonostante l'inagibilità dello stadio.

Sono state sufficienti 24 ore appena al giudice sportivo Gianpaolo Tosel per stilare il verdetto, che ha definito l'iniziativa spontanea presa dal presidente del Cagliari come "provocatoria" e che costituisce "una palese violazione di cui all'art. 12, n. 2 CGS, che impone alle Società la rigorosa osservanza delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di pubblica sicurezza, e considerato che tale violazione ha costituito la causa diretta ed esclusiva dell'impedimento alla regolare effettuazione della gara".

Da qui, ancor prima di prendere in considerazione la richiesta di reclamo annunciata dalla Roma, la decisione di applicare l'articolo 17, relativo alla sconfitta a tavolino per 0-3 a discapito della società responsabile.

Non solo, il giudice ha inoltre preso provvedimenti per "la trasmissione di copia degli atti al Procuratore federale per quanto di competenza in merito alla condotta del Presidente della Società stessa". Cellino rischia quindi un processo sportivo con conseguente squalifica per lui, o penalizzazione e ammenda per la squadra che rappresenta.

L'avvocato del Cagliari, Mattia Grassani, ha tuttavia già preannunciato una possibile contestazione della decisione presa:"Stiamo studiando le carte ma l'ultima parola per il ricorso spetta al presidente. Abbiamo tre giorni a partire da oggi".


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