Per un po' di stoccate non sentiremo parlare, se non quelle più piacevoli e gloriose dei nostri schermidori olimpionici. Di stoccate del decreto sulla revisione dei conti ne riparleremo a settembre, per ora tutto l'organico capitanato da Bondi se ne va un po' in vacanza. Soddisfatto di aver ricevuto la benedizione finale dal Senato, un po' al cardiopalma visti i cambiamenti e ri-cambiamenti in ultima battuta sulla voce Sanità (farmaci generici e non, ndr). Ripercorriamo allora ciò che ci aspetterà si nuovo dal decreto. Sanità

Uno i capitoli che tanto hanno fatto, e continuerà negli anni anni a venire, discutere e sollevare dubbi e perplessità. Dalla proposta iniziale di tagliare le spese risparmiando sui farmaci, aumentando lo sconto sul loro prezzo, si è passati all'obbligo di libertà (!) nelle prescrizioni, imponendo ai medici di indicare solo il principio attivo del medicinale (naturalmente con delle eccezioni: malati cronici e anziani). Alla fine Federfarma, Confindustria, Fnmg somo riusciti a mitigare la scelta governativa, dando al medico la libertà di scelta. Insomma tutto come prima, o mi sbaglio? I tagli tanto ci saranno dalla riduzione di fondi statali destinati ai servizi. A farne la spesa tanto saremo noi tranquilli. Ticket che si trasformeranno in "servizi somministrati dallo Stato" per chi dimostri realmente di essere indigente o con basso reddito, quello che in realtà già dovrebbe essere. Solo che si cercherà di essere più rigidi. È già iniziata la protesta di molti centri analisi che temono di dover chiudere i battenti. Vedremo se anche le loro recriminazioni serviranno a far cambiare idea, in questo caso, al Ministero della sanità, che avrà l'ultima parola a riguardo.

Università

E qui c'è stato il colpo di genio del gruppo di tecnici. Solo un abbozzo iniziale, quello di aumentare le tasse, visto che già si sciabolava ben bene sui fondi da devolvere a Università private e ricerca, divenuto poi realtà con la decisione di rivedere il dovuto dagli studenti fuoricorso. Quelli con reddito familiare Isee superiore a 150mila euro, dovranno versare il doppio delle tasse. Ma entro breve le tasse aumenteranno per tutti, ad esclusione dei redditi Isee inferiori a 40mila euro (ma solo sio al 2016). Dopo di che si deve solo sperare che lo spread abbia finito di farci paura.

Province

Attenzione a parlare di soppressione, si deve parlare di riordino. Il concetto cambia di poco, anzi di nulla, visto che spariranno le province con meno di 35.000 abitanti e superfici inferiori ai 2.500 Km quadrati. Un po' meno rigidi rispetto alle prospettive iniziali, così come si concederà ad alcuni comuni in forte deficit economico di aumentare l'addizionale regionale Irpef per batter cassa.

Tutto il resto è quasi immutato rispetto alle proposte iniziali. Ma ci potrebbe essere ancora qualche sorpresa, perché manca ancora l'approvazione della Camera, attesa per il 6 agosto. A quasi un mese dalla sua stesura, non c'è ancora certezza definitiva e si auspica in qualche ulteriore ritocco, come l'aumento del numero degli esodati auspicato dalla Camusso. Che però dopo la contestazione all'Ilva ha forse altri pensieri. Chissà.
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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