La Corte d'Appello di Torino, con una decisione senza precedenti, riconosce il diritto al "pranzo domestico" fruibile nell'orario mensa a scuola

di Lucia Izzo - Mensa scolastica troppo onerosa? Nessun problema, gli alunni di elementari e medie potranno portare il pranzo da casa e consumarlo durante l'orario destinato alla refezione: spetta ai singoli istituti e al Comune raggiungere un'intesa idonea ad assicurare la compresenza del servizio pubblico con l'opzione "pasto domestico" esercitabile dalle famiglie.


Lo ha chiarito la Corte d'Appello di Torino, prima sezione civile, che con la sentenza 1049/2016 afferma e riconosce un principio senza precedenti, accogliendo l'impugnazione proposta da un gruppo di genitori.

Non si tratta di un caso isolato: sempre più spesso lungo lo "stivale" si sono formati comitati spontanei che richiedono il riconoscimento del diritto al pasto portato da casa, contro le mensa scolastica obbligatoria i cui costi rappresentano spesso esborsi insostenibili per molte famiglie.


In Piemonte sono ben 150 genitori che ricorrono contro il Ministero dell'Istruzione ex art. 702-bis c.p.c., provocando l'intervento della Corte d'Appello, la qualr chiarisce come il diritto all'istruzione primaria non si esaurisce nel ricevere mere cognizioni, bensì si identifica nella più ampia partecipazione un complessivo progetto educativo.

Il "tempo mensa" quindi, rientra nell'esercizio di un diritto soggettivo perfetto: rimanere a scuola in quel segmento orario è dunque un diritto, ma il dover usufruire della refezione scolastica non può diventare un obbligo.


La decisione contrasta con quella del Tribunale che, in prima battuta, aveva rigettato il ricorso dei genitori precisando che costoro ben avrebbero potuto optare per l'orario strutturato sul modulo invece che per il tempo pieno, una scelta che, però, costringerebbe il genitore a prendere il figlio prima della pausa pranzo e riportarlo a scuola successivamente.


Una possibilità che andrebbe a ledere il diritto a partecipare al "tempo mensa" che rappresenta un segmento del progetto educativo complessivo.

Da ciò l'affermazione della Corte territoriale secondo cui il diritto a "portare il panino da casa"  deriva dall'ordinamento costituzionale prima ancora che da quello scolastico.

Ricorso accolto, ma spese compensate stante l'assoluta novità della questione


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: