Tra le raccomandazioni della UE e le problematiche della Pubblica Amministrazione, i nuovi tentativi di riforma

Quattro assi riforma P.A.

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Il Consiglio dell'Unione europea, con specifiche raccomandazioni annuali sul Piano Nazionale di Riforma dell'Italia, ha più volte invitato il nostro Paese ad intensificare le azioni volte verso una maggiore modernizzazione della Pubblica Amministrazione, ex multis la Raccomandazione n. 3 del 2019. Migliorare l'efficienza della P.A., investendo nelle competenze dei dipendenti pubblici e accelerando la digitalizzazione, ma anche rivisitando l'intero quadro legislativo.
Di questi giorni, le linee programmatiche dei quattro assi sui quali si dovrebbe muovere il programma di Governo: accesso, buona amministrazione, capitale umano e digitalizzazione.

Gli aspetti della proposta di riforma della P.A.

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Accesso

Dotare la Pubblica Amministrazione delle migliori competenze e favorire un rapido ricambio generazionale, in linea con le esperienze più avanzate realizzate nei Paesi nostri concorrenti. Una rielaborazione dei meccanismi di selezione e reclutamento delle persone, sia sul piano procedurale e organizzativo che della selezione delle migliori professionalità, più idonee per le esigenze delle amministrazioni, in ottica di utili competenze per il futuro.
Abbandonare, quindi, il modello dei concorsi centralizzati con graduatorie a scorrimento e attuare una selezione, anche, digitale e trasparente per focalizzare le esigenze e i fabbisogni delle singole amministrazioni centrali e locali, con l'applicazione di modelli avanzati e mutuati dalle organizzazioni internazionali. Creare una banca dati dei fabbisogni, delle competenze e dei profili del personale, utili per la P.A.
Introdurre percorsi specifici destinati a selezionare i migliori laureati e i profili con le più alte qualifiche (dottorati, ecc.) nonché favorire l'accesso di persone che lavorano nel settore privato più qualificato.

Buona amministrazione

Valorizzare alcune buone pratiche relative ai servizi digitali con innovazioni normative per potenziare un'attività sistematica di ricognizione e semplificazione delle procedure, eliminando le autorizzazioni non necessarie. Sviluppare appieno le potenzialità dell'"Agenda per la semplificazione" 2020-2023 che definisce, in stretta collaborazione con Regioni, Anci e Associazioni imprenditoriali, i risultati attesi, le responsabilità e i cronoprogrammi per l'attuazione delle politiche di semplificazione.

Capitale umano

Investire in modo significativo sulla qualificazione e riqualificazione delle persone (upskill e reskill), a partire dalle competenze tecnico-specialistiche, ma soprattutto da quelle gestionali, organizzative, relazionali (leadership, approccio per obiettivi, problem-solving, digitale).
Per raggiungere questi obiettivi s'intendono utilizzare una serie di strumenti, a partire dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione che sarà rafforzata per formare e riqualificare il personale. Ridefinire la mobilità sia interna che esterna, ai fini dei percorsi di carriera con l'applicazione di idonei sistemi di valutazione. Progettare competenze trasversali alle amministrazioni pubbliche per l'attività formativa da realizzare su piattaforme nazionali.
I meccanismi di valutazione delle "performance" assumeranno un ruolo cruciale - anche in relazione alla diffusione del lavoro da remoto - e andranno innovati per diventare una leva premiale volta a indirizzare le attività e l'impegno delle persone, riprendendo alcuni istituti contenuti nel D.Lgs. n. 150/2009, mai messi in pratica.
Nel contempo, creare nuove modalità operative per favorire una sempre maggiore interazione tra le diverse amministrazioni pubbliche e il settore privato. Modelli basati su team multidisciplinari che introducano modalità più agili di collaborazione tra competenze diverse, particolarmente rilevanti per velocizzare la gestione delle procedure complesse (ambiente, urbanistica, paesaggio, appalti, ecc.).
Individuare un equilibrio tra poteri e responsabilità che determinano una diffusa "fuga dalla firma", inducendo i pubblici funzionari a non fare, piuttosto che ad agire.

Digitalizzazione

Ripensare la Pubblica Amministrazione in chiave digitale attraverso una reingegnerizzazione dei processi e dei procedimenti amministrativi per la riduzione dei tempi dei servizi, con l'eliminazione degli adempimenti basati sui dati già disponibili e calibrare l'azione amministrativa in funzione delle esigenze del cittadino e dell'impresa e non viceversa. Rilevare, infine, la soddisfazione del cliente rispetto a degli standard di servizio.

La gestione della P.A.

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Senza andare lontano, in Gran Bretagna, ad esempio, i "Public Service Agreement (PSA)", si sono dimostrati uno strumento efficace per la gestione della Pubblica Amministrazione mediante una chiara definizione degli obiettivi da raggiungere e un monitoraggio accurato dei risultati raggiunti (cosi come illustrato dall'Osservatorio sui Conti Pubblici italiani) e seppur nominalmente abolito nel 2010 è stato, in parte, mantenuto dai governi successivi per indirizzare l'operato pubblico verso obiettivi concreti e coerenti con quelli del governo. In Italia, con la riforma del 2009 si é provato a valutare e in parte a indirizzare l'operato della P.A., ma sembra che i cc.dd. "ciclo della performance e il performance budgeting" si siano rivelati adempimenti prettamente formali e non effettivi strumenti di valutazione del lavoro svolto. Più di recente, si è tentato un timido approccio alle "valutazioni e remunerazioni basate sul risultato" con un nuovo sistema di misurazione e il potenziamento della "citizen satisfaction" (soddisfazione dei cittadini). Poco o nulla è cambiato sino ad oggi.

Assibot

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