I risultati dello studio scientifico condotto dall'Associazione Nazionale Avvocati Divorzisti sugli effetti della pandemia e della DAD sulle famiglie e sui giovani

Effetti pandemia sui giovani: lo studio

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Uno studio scientifico e un'indagine statistica condotte dall'ASSOCIAZIONE NAZIONALE AVVOCATI DIVORZISTI, dal Centro Nazionale Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglie e dei Minori, dall'Associazione La Tutela dei Diritti, dall'Associazione Psichiatri e Psicologi per i Minorenni, dall'Accademia Internazionale di Ricerca sulle Comunicazioni Strategiche (riunite tutte nel comitato interdisciplinare coordinato dall'avvocato Matteo Santini) hanno evidenziato i devastanti risvolti della pandemia e della didattica a distanza sulle relazioni familiari e sulla psiche di bambini e adolescenti.

I devastanti risvolti della pandemia e della Dad sulle relazioni familiari e sulla psiche di bambini e adolescenti

Il primo studio interdisciplinare a carattere scientifico condotto sino ad oggi sul tema in oggetto, ha evidenziato una drammatica situazione di destabilizzazione delle relazioni familiari e un aggravamento dei disagi e delle fragilità personali, soprattutto a carico dei soggetti più deboli.
L'aumento di episodi di violenza e di atti autolesionistici posti in essere all'interno dei contesti familiari, soprattutto da minorenni, e' il risultato di un Black out esistenziale ed emotivo conseguenza degli effetti indiretti della pandemia.
Isolamento sociale, riduzione dell'attività sportiva, timore per la propria salute e per quella dei propri cari, problematiche economiche, diminuzione dell'autostima connessa alla perdita del lavoro, convivenze forzate, prolungate ed ininterrotte all'interno dello stesso habitat, una condotta alimentare scorretta, il bombardamento mediatico sul tema del covid e soprattutto l'utilizzo distorto ed inappropriato della rete hanno letteralmente devastato gli equilibri familiari e la mente del singolo individuo.
Ne emerge un quadro drammatico fatto di violenza, depressione, isolamento (in drammatico aumento il fenomeno degli "hikikomori"), malattia fisica e mentale, suicidio, arretramento culturale ed educativo delle nuove generazioni e disgregazione irreversibile dei rapporti interpersonali.

Lo studio scientifico e l'indagine statistica

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"Le conseguenze della pandemia sulla didattica a distanza: percezioni e reazioni nella dimensione familiare e relazionale"

Abstract

La pandemia causata dal Covid-19 e le conseguenti ripercussioni prodotte dalle restrittive misure di contenimento - che abbiamo imparato a definire con un abuso di anglicismo lockdown - hanno inevitabilmente posto la scuola e contestualmente anche gli studenti, di vario ordine e grado, e le loro famiglie innanzi a nuovi scenari posto che, la didattica a distanza, nota ai più come DAD, ha determinato una profonda ristrutturazione delle attività didattiche con annesso riverbero sia sulle dimensioni pedagogiche degli insegnati che sulle dimensioni relazionali e psicologiche di intere famiglie. Il presente contributo, partendo da ricerche e da studi che hanno interessato i principali protagonisti di questo fenomeno, senza alcuna pretesa di completezza, tenta di qualificarsi come strumento, o per meglio dire, come indagine conoscitiva finalizzata all'analisi esperienziale ed emotiva degli insegnanti e delle famiglie, andando ad analizzare criticità e peculiarità legate ad una riorganizzazione della didattica dovuta all'inaspettato diffondersi dell'emergenza sanitaria.

Introduzione

Nei primi giorni di convulsa sospensione dell'attività didattica, legata per l'appunto all'emergenza da Covid-19 e nell'imperante incertezza circa il protrarsi di detto periodo, i docenti si sono ritrovati nella condizione di dover utilizzare gli strumenti e i mezzi interattivi più comuni per la trasmissione del sapere. Whatsapp, Messanger normalmente utilizzati per l'esternazione di una social life, si sono trasformati all'improvviso in canali comunicativi finalizzati tanto all'inoltro del materiale didattico, quanto alla trasmissione da parte dei discenti dei loro elaborati.
In tale fase emergenziale, lo scopo dei docenti è stato quello di "arrivare" ai propri alunni, facendo sentire la presenza della scuola nella loro vita dando atto così di una nuova normalità scolare, solo successivamente, soprattutto con il prezioso ausilio dei dirigenti scolastici, si è cercato di dare una forma di organizzazione e sistematicità agli interventi educativi, posto che dallo stesso Ministero dell' Istruzione, (almeno nell'iniziale periodo) non sono state fornite precise indicazioni sul percorso da seguire, unica certezza era quella di non arrestare la didattica a distanza in quanto sarebbe stato un grave errore per la comunità educante tutta.
A supporto, di quest'ultima e soprattutto del primario e fondamentale diritto all'istruzione e all'educazione dei giovani, importanti interventi sono stati posti in essere anche dai decreti ministeriali che hanno, senza dubbio, avuto l'indiscusso pregio di meglio definire i contorni della formazione a distanza.

Con nota n. 318 del 11.3.2020, il Ministero dell'Istruzione ha chiesto alle scuole di svolgere un monitoraggio, tramite un questionario on line, al fine di verificare le modalità di realizzazione e svolgimento della didattica a distanza.
Con successiva nota n. 388 del 17.3.2020, il MIUR ha dettato anche embrionali istruzioni operative per le attività della didattica a distanza, statuendo che, per essere tali, esse devono prevedere la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un'interazione tra docenti e alunni. Pur, infatti, non potendo sostituire appieno ciò che avviene in presenza, in una classe, occorre dar vita a un "ambiente di apprendimento", per quanto inconsueto nella percezione e nell'esperienza comuni, da creare, alimentare, abitare, rimodulare di volta in volta la necessità di "[…] ritornare, al di fuori della logica dell'adempimento e della quantificazione, alle coordinate essenziali dell'azione del sistema scolastico".
In aggiunta poi alle prescrizioni sopra riportate, tra le ulteriori fonti normative regolatrici del fenomeno DAD, per quel che qui interessa, giova ricordare il d.l. n. 241 del 1.04.2020 con cui sono stati stanziati e poi distribuiti fondi pari a 85 milioni di euro per supportare anche sotto il profilo pratico detto fenomeno. Invero, tali contributi sono stati impiegati sotto un triplice profilo: incentivare la dotazione di strumenti digitali e piattaforme E-Learning, fornire in comodato d'uso a studenti meno abbienti dispositivi digitali per l'apprendimento a distanza e da ultimo per la formazione online dei docenti sulle metodologie e sulle tecniche di didattica a distanza.
Tutti i dettagli sulle modalità di acquisto degli strumenti digitali, delle piattaforme e dei dispositivi individuali sono state, invece, spiegate nel dettaglio nella nota operativa per l'attuazione del decreto Cura Italia inviata alle scuole italiane il 28 marzo 2020.

Le ricerche scientifiche e le indagini conoscitive

Attori principali direttamente coinvolti all'interno della cornice normativa testé riportata, come premesso, sono stati indubbiamente gli insegnati e gli studenti con le loro famiglie.
Il riadattamento scolastico, invero, è stato fenomeno pressoché di massa che ha inciso profondamente sulle abitudini di tutte le famiglie italiane alterandone, talvolta non sempre in modo positivo, le abitudini giornaliere, gli orari, in una parola lo stile di vita.
L'Associazione Nazionale Avvocati Divorzisti e il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori oltre all' Associazione Tutela dei Diritti, all'Accademia Psichiatri e Psicologi per i Minorenni e all'Accademia Internazionale di Ricerca sulle Comunicazioni Strategiche, tutte riunite nel Comitato Interdisciplinare sulla famiglia coordinato dall'avvocato Matteo Santini hanno realizzato un'analisi statistica a campione, circa l'impatto della didattica a distanza nella vita familiare, secondo la percezione dei genitori e degli esercenti la responsabilità genitoriale.

Dettaglio inchiesta

L'indagine conoscitiva attraverso le domande poste ha dato voce ai principali protagonisti coinvolti nella ristrutturazione dell'attività didattica durante il lockdown, pur tuttavia non triangolando e integrando tra di loro le voci di studenti, insegnanti e genitori nel contesto nazionale. Obiettivo dello studio è stato quello di indagare in modo pressochè totalizzante, le principali difficoltà e le criticità riscontrate nello svolgimento della formazione a distanza, ponendo estrema attenzione anche alle diverse tipologie di nuclei familiari direttamente coinvolti. L'indagine de qua, inoltre ha posto in evidenza, per quanto possibile, l'attenzione circa la sfera psicologica registrando dati inerenti il grado ovvero il livello di soddisfazione che la DAD ha determinato in capo ai diversi soggetti. Sempre sotto tal dimensione prospettica, l'indagine psicologica è stato oltremodo approfondita e declinata in modo assai pregante sia da un punto di vista individuale che familiare registrando paure ed angosce dei soggetti interessati circa lo stato d'animo registrato durante l'emergenza pandemica e le preoccupazioni inerenti il futuro, alla luce della totale assenza di consapevolezza circa il ritorno, per così dire, ad una vita scevra da restrizioni determinate dal Covid-19.

Suddivisione del campione e del sottocampione per tipologia

Informazioni generali
Preliminarmente sono stati formulati quesiti inerenti alcune informazioni demografiche (età, area geografica di appartenenza, numero di figli per famiglia, stato civile, e titolo di studio).
Il gruppo di partecipanti ha interessato per la maggior parte coppie coniugate, collocate al centro Italia, occupate sia nel settore autonomo che nell'ambito della pubblica amministrazione, in possesso principalmente del diploma di laurea.
Di seguito i dati raccolti: il 71,4 % coniugati, 14,3% celibe/nubile, 14.3% conviventi more uxorio. Il 75 %, nel centro Italia (rectius: 9.5% nord Italia, 13.1% sud Italia) nella spiegata qualità di professionisti per il 69% (rectius: 8,3% casalingo/a, 20,2% impiegato/a) in possesso del diploma di laurea di secondo livelloper il 42,9% e di laurea di primo livello per il 34,5% sono emersi dati particolarmente variegati e particolarmente significativi conriguardo ai diversi quesiti proposti.
Per ciò che concerne invece il numero di figli per nucleo familiare, sono stati posti quesiti circa l'età scolare degli studenti e il tipo di istituto scolastico frequentato (87,7 % scuola pubblica).
La DAD, come rivelano le percentuali ha riguardato famiglie con almeno due figli adolescenti delle scuole medie inferiori e superiore:
Circa gli studenti e la loro età scolare (nell'ipotesi di primo figlio/a)
- il 48, 7 % degli intervistati ha figli compresi tra i 15 e i 18 anni
- il 30.3% degli intervistati ha figli compresi tra gli 11 e i 14 anni
- il 18,4 % degli intervistati ha figli compresi tra i 7 e i 10 anni
Circa gli studenti e la loro età scolare (nell'ipotesi di secondo figlio)
- il 45,8 % degli intervistati ha figli compresi tra gli 11 e i 14 anni
- il 29,2 % degli intervistati ha figli compresi tra i 7 e i 10 anni
- il 16.7% degli intervistati ha figli compresi tra i 15 e i 18 anni
- l' 8.3% degli intervistati ha figli compresi tra i 4 e i 6 anni
Circa gli studenti e la loro età scolare (nell'ipotesi di terzo figlio)
- il 45,5 % degli intervistati ha figli compresi tra gli 11 e i 14 anni
- il 27,3 % degli intervistati ha figli compresi tra i 7 e i 10 anni
- il 18,2% degli intervistati ha figli compresi tra i 4 e i 6 anni
- il 9,1% degli intervistati ha figli compresi tra i 15 e i 18 anni
Circa la scuola frequentata dai primogeniti
- il 49,4 % frequenta la scuola media superiore
- il 27,3 % frequenta la media inferiore
- il 23,4 % frequenta la primaria
Circa la scuola frequentata dai secondogeniti
- il 42,6 % frequenta la scuola media inferiore
- il 31,9 % frequenta la scuola media superiore
- il 25,5% frequenta la primaria
Circa la scuola frequentata dai terzogeniti
- il 42,9 % frequenta la primaria e media inferiori
- il 14,3 % frequenta la media inferiore

Suddivisione delle macro aree di interesse

Sono stati costituiti principalmente quattro macro quesiti concerni varie aree di interesse circa il rendimento scolastico, l'ambito dei rapporti familiari, i problemi connessi alla DAD sotto il profilo economico, tecnico e psicologico, lo stato d'animo riscontrato durante il coronavirus, nonché gli effetti che tale condizione ha riscontrato sul lavoro dei genitori delle diverse famiglie.
1. Rendimento scolastico degli studenti
Dalle riposte raccolte a seguito di tale quesito è emerso in modo quasi netto la scarsa influenza della didattica a distanza circa il rendimento scolastico di primo e secondo figlio, registrando di contro per i terzogeniti dati non molto incoraggianti in tal senso, posto che quasi la metà degli intervistati ha riscontrato un peggioramento nel rendimento scolastico.
Circa il rendimento scolastico del primo figlio in DAD
-il 49,4% non registra nessuna variazione significativa
- il 41,8 % registra un peggioramento
-il 8,9 % non registra nessuna variazione significati
Circa il rendimento scolastico del secondo figlio in DAD
-il 51,1 % non registra alcuna variazione significativa
-il 40,4 % registra un peggioramento
- il 8,5% non registra nessuna variazione significativa
Circa il rendimento scolastico del terzo figlio in DAD
-il 54,5% registra un peggioramento
-45,6 % non registra nessuna variazione significativa
2. Ambito familiare
La dimensione familiare, fulcro fondamentale dell'indagine in commento, ha interessato sia il rapporto genitori figli (ovvero studenti) che quello tra fratelli, palesando variazioni non significative circa la scarsa incidenza della DAD sul punto e più in generale nel clima familiare.
Il fenomeno quindi della didattica a distanza è stato inglobato nelle diverse realtà domestiche alterando con buona probabilità, secondo quanto osservato dall'avvocato Matteo Santini circa il crescente aumento di separazioni e divorzi registrato durante il lockdown, la sola dimensione affettiva dei coniugi non già quella prettamente relazionale ed endofamiliare tra fratelli e tra figli e genitori, viste le esigue differenze tra il miglioramento ovvero il peggioramento degli anzidetti rapporti.
Circa il rapporto tra fratelli
-il 34,7% non registra nessuna variazione significativa
- il 29,3 % è figlio unico
-il 22,7% registra un peggioramento
-il 13,3 % registra un miglioramento
Circa il rapporto tra genitori e figli
-il 48,7% non registra nessuna variazione significativa
-il 30,8% registra un peggioramento
-il 20.5% registra un miglioramento
Circa il clima familiare
-il 48,1 % non registra nessuna variazione significativa
-il 29,6 % registra un peggioramento
- il 22, 2% registra un miglioramento
3. Problematiche connesse alla DAD
L'indagine conoscitiva circa le problematiche connesse alla DAD è stata condotta in relazione a tre distinte questioni, quella economica, psicologica e tecnica. Appare interessante rilevare che proprio questi ultimi due aspetti abbiano registrato percentuali degne di nota rispetto alla dimensione economica che di fatto sembra non aver subito alcuna alterazione.
La formazione a distanza quindi ha posto in luce il fatto che estremamente sottile è il confine tra chi ha registrato ovvero non registrato problemi di natura tecnica, concernenti cioè la digitalizzazione e gli strumenti in tal senso preposti. Parimenti, dati rilevanti sono emersi anche con riguardo alla criticità circa il benessere psicologico ovvero il comportamento dei figli che invece hanno riscontrato in misura molto forte problemi legati alla sfera comportamentale-psicologica.
Circa i problemi connessi alla DAD sotto il profilo economico
- il 53,1% non registra nessuna variazione significativa
-il 29,6% registra maggiori esborsi
-il 17,3% registra minori esborsi
Circa i problemi connessi alla DAD sotto il profilo tecnico
-il 53,1% nessun rilievo significativo
-il 46,9% ha riscontrato problemi tecnici
Circa i problemi connessi alla DAD sotto il profilo psicologico
-il 52,5% registra un aumento dei problemi psicologici e comportamentale dei figli
-il 42,5% non registra nessuna variazione significativa
-il 5% registra un miglioramento di comportamenti e problematiche psicologiche
4. Vari effetti riscontrati a seguito della dimensione emergenziale da Covid-19
Com'è noto ed agevole rilevare, le restrizioni imposte dal diffondersi dell'epidemia hanno alterato diverse dimensioni della vita di ognuno di noi.
Per ciò che attiene l'ambito lavorativo, ove possibile, vi è stata la consacrazione del meglio noto smart working a cui ha fatto eco la dimensione, in buona parte degli occupati ed in minima parte degli inoccupati. Inoltre come dimostrano i dati registrati "altalenanti" posso esser definiti i rapporti genitori-figli, a fronte dell'imposta convivenza forzata come pure gli umori registrati, mai univoci quanto piuttosto alternati da momenti di up e momenti di down. Elevata è invero la percentuale dei soggetti che si sono definiti come "depressi", registrando tra i sentimenti più comuni sensazioni quali: la rabbia, il disorientamento la paura e l'angoscia. Circa poi la percezione del futuro vi è un cauto ottimismo nel ritorno alla normalità sebbene sentimento maggiormente riscontrato è quello di augurarsi di "essere più responsabili" per il futuro.
Circa gli effetti sul lavoro
-il 46,4% continua ad andare a lavoro
-il 33,3% lavora da casa (smart working).
Circa l'umore in questo periodo di Coronavirus
-il 65,5% con molti alti e bassi
-il 25% buono
-il 9,5% umore a terra
Circa l'umore dei figli in periodo di Coronavirus
-il 57,8% con molti alti e bassi
-il 30,1% buono
-il 12% a terra
Circa il sentirsi depresso in periodo di Coronavirus
-il 61,7% qualche volta
- il 24,7% mai
-il 13,6 % si parecchie volte
Circa il grado delle sensazioni provate durante la pandemia
-il 40% ha provato abbastanza paura e disorientamento
- il 30% ha provato poca paura e disorientamento
-nemmeno un 10% ha provato moltissima rabbia, paura, disorientamento ed angoscia
Circa il futuro
-il 40,5% prevede un lento ritorno alla normalità
-il 31,5% ritiene che il mondo non sarà più lo stesso
-il 14,3% prevede che molti avranno una crisi psicologica

Osservazioni conclusive

Rilevato quanto sopra giova rilevare che i dati riportati devono essere letti altresì in forza del sistema scolastico italiano, che occorre dirlo vanta indubbi pregi.
Le riforme che si sono susseguite negli anni sono state finalizzate ad azzerare le disuguaglianze di opportunità educative in particolar modo per quanto riguarda i livelli medi-bassi di istruzione, ovvero la scuola media inferiore. Tale obiettivo si è concretizzato affiancando all'allungamento della scolarità obbligatoria la graduale eliminazione delle disparità sociali.
La progressiva riduzione delle disuguaglianze sociali derivanti dai background familiari pare tuttavia aver subito una forte battuta di arresto a seguito della introduzione delle disposizioni ministeriali dovute al periodo emergenziale da Covid-19, ovvero della introduzione della Didattica a Distanza (DAD).
Il DPCM del 4 marzo 2020 ha introdotto, per la prima volta nel Paese, il "Remote Learning", quale strumento esclusivo di apprendimento scolastico per arginare la crisi epidemiologica.
Il Sistema Scolastico italiano storicamente ha avuto una impostazione differente da quella di molti altri Paesi Europei, basandosi sull'apprendimento degli studenti in presenza nelle classi con gli insegnanti e con i tradizionali strumenti di lavoro (lavagne e libri).
Di fronte alla necessità e all'emergenza solo pochissimi Istituti "hanno scoperto" di essere attrezzati per rispondere alla domanda generalizzata di didattica veicolata a distanza.
Non solo gli Istituti scolastici ma le stesse famiglie hanno mostrato criticità, ben sopra riportate statisticamente. Siamo notoriamente un popolo di possessori di smartphone, ma molto meno diffusi tra le famiglie italiane sono i personal computer e i tablet, strumenti necessari per la didattica a distanza.
Dai risultati degli Studi di Settori è emerso che la DAD ha aumentato il divario sociale, mettendo in luce diverse problematiche, rimaste negli ultimi anni silenti.
La forzata digitalizzazione degli studenti e delle famiglie se da un lato ha permesso di "non fermare" la scuola, dall'altro ha evidenziato il divario sociale tra le famiglie e le rispettive disuguaglianze economiche. Studiare e lavorare a casa implica avere a disposizione non solo gli strumenti tecnologici, ma anche sufficienti spazi, senza contare che anche laddove vi sia nell'abitazione la disponibilità di un personal computer, esso spesso è conteso dai componenti della famiglia per lavorare o studiare.
I dati Istat, relativi all'anno 2018-19, raccolti dall'Indagine CENSIS 2020, mostrano che:
- "il 33,8% delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa, il 47,2% ne ha uno e il 18,6% ne ha due o più.
- La percentuale di chi non ne possiede almeno uno scende al 14,3% tra le famiglie con almeno un minorenne e al 7,7% tra quelle in cui almeno un componente è laureato; anche se il pc è presente, solo per il 22,2% delle famiglie è disponibile un computer per ciascun componente;
- 850.000 ragazzi tra i 6 e i 17 anni (il 12,3%) non hanno un pc o un tablet a casa e di questi più della metà (470.000) risiedono nel Mezzogiorno; anche tra chi lo possiede, più della metà (57%) lo deve condividere con la famiglia e solo il 6,1% vive in famiglie dove ciascun componente ha a disposizione un proprio pc;
- sebbene solo il 4% dei 6-17enni vive in famiglie in cui non è disponibile l'accesso a internet, la disponibilità di connessione non è sempre funzionale alla didattica a distanza e va a amplificare la carenza di device.
L'esperienza degli ultimi mesi ha messo ancora una volta in evidenza, se mai ce ne fosse bisogno, come nelle dinamiche educative la famiglia di origine degli studenti giochi un ruolo fondamentale e di primo piano.
La condizione socio-economica e culturale, la famigliarità con le nuove tecnologie, il numero di componenti della famiglia sono variabili che influiscono sulla relazione insegnamento-apprendimento a distanza.
Sono 8,5 milioni gli studenti che dalla scuola dell'infanzia a quella di secondo grado si sono ritrovati a essere interessati dal Percorso di Digitalizzazione Strumentale della Scuola, ma tanti altri studenti ne sono rimasti esclusi.
I report e gli Studi scientifici hanno evidenziato che solo una bassissima percentuale di studenti possiede un proprio computer, o può disporne in casa, ha nella propria abitazione una rete wi-fi, senza contare che oltre 1 milione di studenti vive in Comuni non raggiunti dalla rete fissa veloce.
Il rapporto diretto con la tecnologia vissuto intensamente nella fase di lockdown ha influenzato anche a livello psicologico famiglie e insegnanti.
L'82,1% dei dirigenti intervistati dal CENSIS è pienamente consapevole, perché lo ha verificato nella quotidianità dell'emergenza, che le differenti dotazioni tecnologiche, di connettività e di familiarità d'uso sia tra i docenti sia tra gli studenti costituiscono un ostacolo al pieno funzionamento della Dad.
Il 74,8%, ha verificato come l'utilizzo emergenziale di modalità di didattica a distanza abbia ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti, a seconda del livello di disponibilità di strumenti e di supporti informatici, ma anche più in generale in base al livello di cultura tecnologica delle famiglie italiane.
Particolarmente toccate dalle conseguenza del gap tecnologico sembrano essere le scuole del primo ciclo, che alle difficoltà comuni aggiungono anche la più giovane età degli studenti che, per quanto nativi digitali, a pari di condizione socio-economico e culturale hanno meno disponibilità di dispositivi adatti alla didattica e sono sicuramente ancora lontani da un utilizzo diverso da quello soprattutto ludico degli stessi.
La consapevolezza degli ostacoli all'apprendimento dovuti al gap tecnologico e alla familiarità d'uso raggiunge l'85,5% dei dirigenti del primo ciclo ed è ben il 78,8% di costoro a constatare come i livelli di apprendimento differiscano in base al livello di dotazione e cultura tecnologica degli studenti e delle loro famiglie (cfr Indagine CENSIS 2020.)
Se da un lato sono caduti i dogmi della privacy domestica, gli stessi insegnati hanno dovuto reinventarsi, mettendosi in gioco e cambiando approccio, anche le stesse famiglie hanno dovuto spogliarsi mostrando le rispettive identità e background, con conseguenze non di poco conto che sono riverberate sui figli.
All'affacciarsi della emergenza epidemiologica e del conseguente mutamento delle abitudini degli italiani si sono fatte avanti Associazioni che hanno "tamponato" i gap culturali, economici ma anche sociali che vi sono tra gli studenti. Il Laboratorio Didattico DSA di Roma, a cura dell'Avv. Eleonora Spacciapulli fornisce, tra le Associazioni che senza scopo di lucro si sono dedicate ai bisogni degli studenti, un servizio per i bambini e ragazzi che hanno la necessità di essere seguiti e coadiuvati attraverso diverse strategie di apprendimento.
La necessità di appianare le discrepanze culturali ed economiche ha garantito il successo di tali Associazioni che partite dai primi mesi di pandemia con un numero ridotto di studenti hanno formato "classi virtuali" numerose.
Le analisi interinali svolte hanno rilevato come:
1) tra gli studenti di 3° fascia elementare che frequentano l'Associazioni DSA di sostegno il 30% ha genitori che hanno perso il lavoro in seguito alla pandemia e genitori hanno manifestato importanti problemi di coppia;
2) tra gli studenti di 4° fascia elementare alla 1° media il 15% ha avuto un caso di lite domestica sfociata in percosse, ovvero violenza perpetrata da un genitore ai danni dell'altro e incremento delle liti domestiche tra genitori separati;
3) tra gli studenti di 3° fascia media e 1° liceo il 50% dei ragazzi presenta gravi difficoltà di apprendimento e forte rischio di dispersione scolastica.
In conclusione, quindi, appare il caso di rilevare che in un periodo emergenziale come quello che nostro malgrado stiamo vivendo poiché dominato da paura o incertezza, l'obiettivo di una nuova e diversa modalità didattica sarebbe dovuto essere meglio contestualizzato ed articolato garantendo da un lato la continuità degli apprendimenti, mantenendo una stretta correlazione con il corpo docente, e dall'altro la possibilità per le diverse famiglie, specie le più indigenti di poter giovare di questo nuovo strumento di formazione, posto che interesse fondamentale da dover tutelare e proprio quello circa l'educazione e l'istruzione, indispensabile per il pieno sviluppo della persona.

Per contattare l'avvocato Matteo Santini del Foro di Roma inviare un'email al seguente indirizzo: studiolegalesantini@hotmail.com o collegarsi al sito Avvocatoroma.org e Avvocato-milano.org/. Seguimi anche su Instagram https://www.instagram.com/matteo_santini_matrimonialista/

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