I chiarimenti di Marco Cappato (associazione Coscioni): «Eutanasia solo per persone maggiorenni e portatrici di malattie fisiche terminali o inguaribili»

di Gabriella Lax - Non è stato un suicidio assistito. Noa Pothoven non si è sottoposta a eutanasia, ma si sarebbe lasciata morire. Solo dopo l'ispezione del ministero della sanità olandese e le indagini si potrà sapere di più. Certo è che il caso delle diciassettenne olandese riapre anche in Italia il dibattito sul fine vita.

Caso Noa e fine vita in Italia

La triste storia di Noa, in preda alla depressione dopo aver subito due stupri, sta facendo il giro del mondo. Violentata a 11 anni ad una festa di scuola, la giovane aveva subito un'altra aggressione sessuale in strada a 14 da parte di due uomini. Un trauma per lei insuperabile, che l'aveva portata a soffrire di una forma grave di depressione, all'anoressia e a svariati tentativi di suicidio. La ragazza era stata sottoposta a vari tentativi di cure, ma alla fine avrebbe semplicemente deciso di non mangiare né bere e di rifiutare le cure. Persino Papa Francesco è intervenuto con un tweet, evidenziando che «L'eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza».

Ma non si è trattato di eutanasia, come avevano scritto la stampa olandese e quella inglese, anzi la ragazza aveva ricevuto un rifiuto quando si era rivolta autonomamente, l'anno scorso, ad una clinica specializzata dell'Aja.

La vicenda della giovane ha suscitato una serie di reazioni.

Cappato: eutanasia solo per maggiorenni e malati terminali

Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia

Legale, insieme a Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni. Non si è trattato di eutanasia, «Gli unici elementi che sappiamo dalla stampa olandese su questa vicenda sono due - afferma in una nota - nel 2018 le commissioni olandesi hanno rigettato la richiesta di eutanasia avanzata da Noa, tanto che lei dichiarò: "La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni"; - e ancora - Noa aveva interrotto nutrizione e idratazione, lasciandosi di fatto morire, possibilità contemplata anche in Italia dove qualsiasi persona che rifiuta nutrimento e idratazione non può essere costretta da alcuna autorità all'idratazione e nutrizione forzata, a meno di Trattamento Sanitario Obbligatorio su persona incapace di intendere e di volere».

Il dato più importante, che riguarda il nostro Paese, rammenta Cappato è che: «le proposte di legge in discussione nel Parlamento italiano su esplicito richiamo della Corte costituzionale, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare, prevedono la possibilità di accesso al percorso eutanasico solo per le persone maggiorenni e portatrici di malattie fisiche terminali o inguaribili».


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