Il Garante per la sorveglianza dei prezzi è stato investito del compito di verificare l'impatto della sospensione del conio sulle tasche degli italiani

di Valeria Zeppilli - Da circa un mese e mezzo, l'Italia ha smesso di coniare le monetine da uno e due centesimi, che quindi sono a esaurimento e prima o poi smetteranno di circolare tra le tasche degli italiani.

Lo faranno, più precisamente, in maniera naturale quando gli spicci non saranno più disponibili, posto che, nonostante lo stop al conio, il corso legale delle monetine resta per ora impregiudicato.

Monete da 1 e 2 centesimi: la norma

L'abbandono delle monete da uno e due centesimi è frutto di quanto previsto dalla cd. Manovra-bis.

L'articolo 13-quater del decreto legge numero 50/2017, come convertito dalla legge numero 96/2018, prevede infatti che il conio da parte dell'Italia di monete metalliche in euro di valore unitario pari a un centesimo e a due centesimi è sospeso a decorrere dal 1° gennaio 2018, con un risparmio destinato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato.

Ma se per l'Italia può parlarsi di risparmio, può dirsi lo stesso per gli italiani?

Arrotondamento degli importi da pagare

Innanzitutto va detto che, concretamente, il medesimo articolo 13-quater chiarisce che durante il periodo di sospensione del conio, quando il pagamento è effettuato in contanti, l'importo in euro che costituisce un autonomo importo complessivo da pagare è arrotondato per eccesso o per difetto al multiplo di cinque centesimi più vicino.

Se, quindi, la cifra complessiva da pagare è ad esempio pari a 20,99 euro, si dovranno pagare 21 euro. Ma non se si paga con carta o bancomat: in tal caso, anche una volta sparite le monetine, l'importo addebitato sul conto dell'acquirente resterà esattamente quello dovuto (ovverosia, per fare l'esempio di prima, di 20,99 euro).

Addio agli sconti?

Molti potrebbero quindi pensare che, visto che gli italiani amano molto di più i contanti che la carta, presto potrebbero sparire le classiche offerte a 99,99 euro o simili, con un complessivo aumento dei costi per l'acquisto di beni e servizi.

L'allarme, però, per ora sembra davvero infondato, posto che il Garante per la sorveglianza dei prezzi è stato investito del compito di verificare l'impatto della sospensione del conio delle monete da uno e due centesimi sulle dinamiche concernenti le variazione dei prezzi praticati ai consumatori finali. I risultati della verifica andranno poi riferiti su base semestrale al Ministero dello sviluppo economico, segnalando le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi rilevate.

Se tale rapporto mostrerà indici di allarme, il Ministro è incaricato di formulare apposite segnalazioni all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e idonee proposte normative per rimediare alle anomalie.

Leggi anche: "Monete da 1 e 2 centesimi: addio definitivo da gennaio"

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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