Francesco VIVIANO ed Alessandra ZINITI stanno rientrando dal mare; viaggiano veloci verso Palermo e sono le cinque di un pomeriggio che entrerà nella storia nera d'Italia: è, infatti, il 19 luglio 1992. Li chiama al cellulare un collega della redazione sportiva; infatti, sono giornalisti di "Repubblica" e si occupano di mafia. Il cronista sportivo abita a cinque chilometri da Via D'Amelio ed ha avvertito un gran botto. Dalle primissime notizie si tratterebbe di un attentato in stile libanese, come per Rocco Chinnici e Giovanni Falcone, al Dott. Peppino AYALA, che abita in un residence nei paraggi. La notizia ‘giusta' arriva al telefonino della Dott.ssa Morena PLAZZI, all'epoca giovane pm a Sciacca, oggi Sostituto Procuratore a Bologna, ove mi pare abbia condotto le indagini sull'ex Sindaco PD Delbono. Morena urla disperata agli amici di spiaggia: "Hanno ammazzato Paolo, Paolo Borsellino e con lui sono morti anche gli Agenti della sua scorta". Quando giungono sul posto Via D'Amelio è ancora in preda agli incendi scaturiti dalla terribile esplosione, "una scena apocalittica". Alzando lo sguardo "sulla facciata del palazzo dove abitava la madre di Paolo Borsellino, brandelli di carne, carne umana, quelli di Paolo …". L'incipit serve per entrare nel clima del libro scritto dai due segugi di "Repubblica" per i tipi di Aliberti Editore. Arriva l'aprile del 2004 ed il misterioso "Signor FRANCO" avverte Massimo CIANCIMINO dell'imminente arresto
di Bernardo PROVENZANO. E' "l'uomo che aveva sempre protetto Don Vito Ciancimino con il quale aveva fatto anche affari e deciso le strategie politiche non solo siciliane per oltre un ventennio"; allora Ciancimino jr "consegna la sua lettera-testamento" proprio a Francesco Viviano, autorizzandolo a "prelevare presso un avvocato romano tutti i documenti di Vito Ciancimino che erano custoditi da Massimo". L'ex Sindaco di Palermo fu colui che ispirò Mario PUZO per "Il Padrino" (Vito Corleone è il nome del protagonista del romanzo, Vito come Ciancimino, Corleone come il paese da cui proveniva il figlio del barbiere). Viviano, che Ciancimino jr definisce "unica persona di mia fiducia oltre al mio legale", è in grado di rivelare per la prima volta, con un inedito manoscritto di Vito Ciancimino, l'identità del Signor Franco "alias Keller Gross". Costui, secondo Ciancimino jr apparterrebbe ai servizi segreti. Nel libro compaiono documenti estremamente interessanti, come la lettera inviata da Vito Ciancimino alla Commissione Parlamentare Antimafia: "Ma nessuno volle ascoltarlo. Nessuno volle sapere quale era il disegno più vasto che poteva spiegare altre cose, molte altre cose.
Nessuno ebbe curiosità di quelle gravissime affermazioni e denunce di Vito Ciancimino che, come detto, non era un Signor nessuno" ricordano gli Autori. Ora si può ascoltare, invece, Massimo Ciancimino, che, però, può soltanto fornire rivelazioni de relato su quel che gli aveva narrato in vita suo padre Don Vito. La parte forse più incisiva del libro è quella dedicata alle rivelazioni di Gaspare SPATUZZA che confuta le tesi di Vincenzo Scarantino e che condurranno di necessità alla revisione del processo per la strage che costò la vita al prestigioso Magistrato ed alla sua scorta.
Addirittura Viviano-Ziniti offrono un numero consistente di appunti che una mano ignota avrebbe vergato a mo' di suggerimenti e correzioni di precedenti versioni già rese dallo Scarantino. La testimonianza del valoroso e profetico giudice Dott. Luca TESCAROLI, oggi in servizio avanti all'Autorità Giudiziaria di Roma, è la chiusa di un volumetto aggiornatissimo. In sintesi, per chi voglia documentarsi consultando un dossier compilato da due cani da tartufo, suggeriamo "I Misteri dell'agenda rossa" - Autori Francesco Viviano ed Alessandra Ziniti, ch'è edito da Aliberti nel 2010 nella collana Yahoopolis, si compone di 158 pagine avvincenti ed aggiornatissime e costa €15,00, ben ripagati dal caleidoscopio di curiosità sul mondo di Cosa Nostra e dintorni.
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