Il rischio di restare senza social network può produrre ingenti danni economici a persone ed aziende

Google Analytics e social fuorilegge: il fatto

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La privacy è forse arrivata dove nessun altro era riuscito, piegando lentamente ma inesorabilmente la resistenza dei colossi del web. Poco dopo la decisione di dichiarare fuorilegge Google Analytics per l'illecito trasferimento dei dati al di fuori dell'Unione Europea, emerge un provvedimento anche nei confronti di Facebook e Instagram, che rischiano così di sparire come dichiarato dal loro stesso proprietario.

I due social network hanno fino ad ora aggirato la normativa del GDPR posizionando i loro server in Irlanda, unico passaggio che consente il trasferimento legale dei dati dall'Europa agli Stati Uniti.

Ebbene, pochi giorni fa il garante della privacy irlandese ha notificato al suo omologo europeo la decisione di bloccare il flusso di dati dall'Europa agli Stati Uniti.

Lo scenario

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Il trasferimento dei dati non è soltanto una violazione normativa che, per quanto importante, non necessariamente deve comportare limitazioni di diritti fondamentali. La questione è molto più complessa. L'Unione Europea ha il sempre più crescente timore che i social network siano divenuti uno strumento di sorveglianza da parte degli USA. Per evitare che ciò potesse accadere era stato introdotto un trattato denominato Privacy Shield (una sorta di scudo UE-USA per gli scambi transatlantici di dati personali a scopo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti d'America), ma la UE lo ha annullato a causa dei sempre più pressanti timori di sorveglianza da parte degli USA.

Meta, la società che gestisce i due più diffusi social network, ha già rappresentato i suoi timori e le sue lamentele alla SEC (l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori), ritenendo che l'azione del garante irlandese potrebbe comportare l'impossibilità per la società americana di offrire in Europa alcuni servizi, tra i quali, appunto, l'utilizzo dei due social.

Molti addetti che lavorano presso queste piattaforme rischiano la disoccupazione; analogamente vi è un grave pericolo di ingenti danni alle tantissime aziende che hanno investito nei social, che si procurano il lavoro tramite tali canali, e così via. Per queste ragioni, USA e UE stanno già lavorando a un nuovo trattato che regoli il flusso di dati tra i due mercati.

Il nodo principale è la chiarezza che le piattaforme extra UE devono fornire agli interessati circa la raccolta e il trattamento dei loro dati, nonché sulle relative finalità. Ad oggi i soggetti che raccolgono dati per poi esportarli negli USA, nulla riferiscono sulla sorte dei dati stessi. Tale circostanza rende difficile il lavoro dei consulenti privacy e dei DPO i quali, nell'interesse dei loro assistiti, spesso chiedono notizie a titolari del trattamento al fine di adempiere ai dettami del GDPR, ma gli è impossibile riuscire nel loro lavoro a causa delle mancate risposte dei colossi in questione.

Il futuro

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Una soluzione è quella di arrivare ad una legge unica, anche se è piuttosto difficile. Più fattibile sembra invece la stesura di un documento che possa armonizzare la norma europea e quella americana. Negli States la privacy è un tema piuttosto sentito e considerato, ma molto spesso limitatamente alla loro riservatezza e non anche a quella dei non americani. I social network forniscono tanto lavoro, differenti tipologie di opportunità, creano mercati e sono anche uno strumento di socializzazione e di gradevole svago. È impossibile pensare di vivere senza. Significherebbe restare tagliati fuori dal mondo e dalla globalizzazione. Sarebbe un enorme passo indietro. Una soluzione sarà certamente individuata.


Foto: 123rf.com
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