L'Inail pubblica un importante documento in cui fornisce anche utili indicazioni agli studi professionali per riaprire e lavorare in sicurezza nella fase 2

di Annamaria Villafrate: un documento complesso, ma sicuramente utile quello elaborato dall'Inail, (sotto allegato) in cui si prevede una possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Covid 19 negli ambienti di lavoro. Molti gli argomenti trattati così come le indicazioni a cui si dovranno attener diversi settori lavoratori, pronti alla fase 2, tra i quali figurano gli studi professionali, che per l'Inail presentano una classe di rischio bassa.

Misure contenitive luoghi di lavoro: il documento Inail

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L'Inail ha pubblicato un documento tecnico, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione civile, contenente una metodologia di valutazione integrata in cui analizza il rischio di contagio nei vari ambienti di lavoro e fornisce indicazioni utilissime sulle misure organizzative, preventive e di contrasto all'insorgenza di focolai epidemici da Covid-19.

L'emergenza sanitaria, nella prima fase, ha reso necessario disporre la chiusura temporanea di moltissime attività al fine di ridurre le occasioni di contatto sociale. I numerosi casi di morte e contagio che si sono verificati in ambito sanitario hanno dimostrato che l'ambiente di lavoro è uno di quelli che espone maggiormente i soggetti al virus. Da qui la necessità di adottare misure organizzative di contenimento specifiche per il mondo del lavoro.

Le variabili del contagio

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Fatta questa doverosa premessa l'Inail chiarisce poi che le variabili del contagio sono tre: aggregazione, esposizione e prossimità.

  • Aggregazione: variabile ricollegabile a tutti qui lavori che per natura espongono i lavoratori al contatto con altre persone. Pensiamo ai bar, ai ristoranti e alle scuole.
  • Esposizione: questa variabile invece riguarda quei settori più "esposti" naturalmente al contagio, come quello sanitario e quello che si occupa della gestione dei rifiuti speciali.
  • Prossimità: questa variabile infine fa riferimento a quei settori in cui, per come è organizzato il lavoro, non consentono il distanziamento sociale nella misura prevista, come accade in alcune catene di montaggio.

Indicazioni per gli studi professionali

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Tra le tante attività che l'Inail ha analizzato al fine di valutare il livello di rischio che lo svolgimento di alcune di esse comportano, ci sono quelle professionali le quali, che stando alla tabella elaborata in virtù dei una metodologia di valutazione integrata che tiene conto delle tre variabili sopra illustrate, presentano un rischio basso.

Plexiglass o divisori

Per questi tipi di attività come per molte altre, è importante curare l'organizzazione degli spazi di lavoro. Alcuni ambienti dell'ufficio inutilizzati, come sali riunioni o uffici vuoti, possono essere destinati ad esempio a coloro che svolgono mansioni per le quali non è necessaria una particolare strumentazione.

Nelle stanze in cui invece devono operare più lavoratori si possono posizionare apparecchi per il distanziamento come pannelli in plexiglass o mobilio divisorio.

Le attività che richiedono la necessità di effettuare riunioni devono preferire, come fatto finora, metodi a distanza come le videoconferenze, se poi è necessaria la compresenza, occorre organizzare l'ambiente in modo che vengano rispettate le distanze di sicurezza tra i vari partecipanti.

Molto importante anche l'organizzazione degli orari di lavoro, le entrate e le uscite e l'adozione delle misure già utilizzate nella fase 1, ossia lo smart working soprattutto per le attività di supporto gestionale/amministrativo. Il tutto per evitare o quantomeno limitare al minimo indispensabile la compresenza dei lavoratori negli stessi ambienti e nelle stesse ore.

Mascherine e sanificazione degli uffici

Per quanto riguarda le misure sanitarie di protezione contro il rischio di contagio da coronavirus valgono le stesse regole della fase 1, ossia distanziamento sociale, mascherine chirurgiche e igiene delle mani. Queste misure base previste per il personale, devono essere integrate con la sanificazione degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni.

Nomina straordinaria del medico competente

Nelle aziende che non prevedono la figura del medico competente, in via straordinaria ne è consigliata la nomina o in alternativa soluzioni che prevedano il coinvolgimento anche delle strutture sanitarie del territorio. Il medico competente svolge un ruolo molto importante in questo momento perché è in grado di individuare i soggetti infettati da quelli che, dopo il periodo di malattia, possono rientrare al lavoro. Il medico competente infatti gioca un ruolo importantissimo nel reinserimento lavorativo. Particolare attenzione, come emerge dai dati del contagio, deve essere prestata a questo proposito ai lavoratori di età superiore ai 55 anni. Dopo la visita prevista prima del rientro al lavoro infatti il medico competente può ritenere opportuno un cambio di mansioni, se il soggetto è stato colpito severamente dal virus, riportando problematiche a livello polmonare.

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Foto: 123rf.com
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