L'ospedale risponde nei confronti del paziente che, a seguito di un intervento chirurgico maldestro, subisce l'aggravamento di una lesione preesistente
Avv. Francesco Pandolfi - Un tema delicato quello delle infezioni nosocomiali. Si perché, purtroppo, ogni anno i numeri ci dicono che la quantità di pazienti che si trova a dover affrontare una situazione di questo tipo è veramente notevole: si parla di migliaia di persone interessate dal pericoloso fenomeno di malasanità.


Che cos'è l'infezione ospedaliera

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Contrarre un'infezione ospedaliera equivale a dire che, dopo l'intervento chirurgico magari effettuato a seguito di una frattura derivante da un sinistro stradale, nel corpo del paziente penetra un batterio che complica il processo di guarigione clinica, aggravando il quadro patologico già presente a causa del danno pregresso e, in ultima analisi, complicando le condizioni di salute dell'infortunato.

Un danno da aggravamento (c.d. danno iatrogeno) di questo tipo è una cosa seria.

E' bene anche sapere che è risarcibile, secondo le linee guida costantemente confermate dalla giurisprudenza dei vari Tribunali e Corti italiane.

Responsabilità contrattuale

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In primo luogo, la responsabilità della struttura ospedaliera nei confronti del paziente è contrattuale (Trib. Treviso, civile, sentenza n. 1871 del 14.09.2017); l'azione di risarcimento si prescrive in dieci anni.

Per restare un attimo sul caso esaminato dal giudice di Treviso, l'attore /danneggiato aveva contratto un'infezione da stafilococco aureo multisensibile, tradotta poi in una pseudoartrosi infetta che aveva a sua volta condotto alla rimozione dei mezzi di sintesi precedentemente applicati ed alla loro sostituzione con un duplice fissatore esterno.

Come chiedere il risarcimento

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Tornando ai criteri generali utili per una richiesta di risarcimento e per l'accertamento della responsabilità dell'ambiente ospedaliero: in occasione della causa civile risarcitoria un consulente tecnico d'ufficio nominato dal Giudice andrà, tra le altre cose, ad appurare che la fonte di contaminazione è effettivamente riconducibile all'ambiente ove il paziente è stato ricoverato.

Dunque, per conseguire un risarcimento bisogna prima accertare che non ci sono elementi che riconducono l'infezione al trauma riportato dall'attore nel sinistro, inoltre che non ci sono tracce di infezione endogena: quindi (anche per via indiziaria) appurare che la causa più probabile dell'evento lesivo lamentato sia proprio una contaminazione contratta nell'ambiente ospedaliero.

Dal canto suo, l'ospedale dovrà dimostrare di aver adottato tutte le misure utili e necessarie per una corretta sanificazione degli ambienti di cura.

In conclusione: l'infezione si sovrappone al danno preesistente e il danneggiato potrà chiedere il risarcimento del danno da contaminazione nel caso in cui dimostri la responsabilità dell'ospedale.


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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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