Il codice etico per gli organismi di mediazione, votato all'unanimità dai rappresentanti dei 47 Stati membri, evidenzia l'obbligo per gli organismi di essere indipendenti e imparziali nei confronti di tutti i litiganti e consulenti

di Gabriella Lax - Sono necessari degli standard minimi in tema di organismi che si occupano di mediazione. A stabilirli il Codice di condotta europeo, approvato a Strasburgo, durante dell'assemblea plenaria del Cepej - Commissione per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa svoltasi nei giorni 3 e 4 dicembre 2018.

Nasce il codice di condotta europeo per gli organismi di mediazione

Il documento è stato votato all'unanimità dai rappresentanti dei 47 Stati membri ed è frutto dell'attività di studio del gruppo di lavoro sulla mediazione del Cepej che si occupa di sviluppo e diffusione di strumenti utili a implementare le raccomandazioni e le linee guide del Consiglio d'Europa sul ricorso alla mediazione nei diversi settori (civile, familiare, amministrativo e penale) e sull'armonizzazione delle discipline previste dagli Stati membri. Il primo passo suggerito ai Paesi è l'adozione del Codice di condotta europeo per i mediatori, mentre si evidenzia l'obbligo per gli organismi di «essere indipendenti e imparziali nei confronti di tutti i litiganti e consulenti legali». In quest'ottica non dovrebbero essere offerti servizi di mediazione «insieme ad altri servizi professionali o attività commerciali estranee alla risoluzione delle controversie».

In ultimo, sono indicate le regole per eliminare i potenziali conflitti di interesse, per la regolamentazione di meccanismi di reclamo e per l'adozione di misure necessarie a proteggere la riservatezza delle procedure di mediazione. Grande importanza è riservata alla trasparenza e alla comunicazione, stabilendo che gli organismi di mediazione debbano avere un sito internet «continuamente aggiornato e facile da consultare», che riporti informazioni sulla natura e la storia dell'organismo, i nomi dei soci, degli affiliati, del management e dei principali portatori di interessi ed ancora su «nomi, i curriculum vitae aggiornati e le competenze professionali dei mediatori che forniscono i loro servizi sotto i suoi auspici». Nel nostro Paese, il codice potrebbe consentire un rapido adeguamento del Dm 180/2010 per la mediazione civile e commerciale.

Si ricorda che i princìpi affermati dal Cepej non solo possono essere adottati volontariamente dagli organismi che operano nel settore, ma rappresentano un invito agli stati che fanno parte del Consiglio d'Europa alla loro adozione.

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Foto: 123rf.com
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