Torna per il quarto anno la rubrica dedicata alle più simpatiche sentenze che hanno portato Babbo Natale e la Befana nelle aule di giustizia

di Valeria Zeppilli - Anche quest'anno, come tutti gli anni, arriva l'edizione della rubrica "La giustizia sotto l'albero!", con la quale, per assaporare lo spirito delle feste, diamo un'occhiata alle più simpatiche sentenze a tema natalizio.

Ecco quelle che abbiamo selezionato per l'edizione 2018:

Attenti alle renne in giardino

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Per caso, per rendere originale il proprio Natale, qualcuno ha pensato di mettere una renna in giardino? Bene: forse è il caso che decida di tornare sui propri passi!

Con la sentenza numero 50137/2018, infatti, la Corte di cassazione ha affermato che, a prescindere dalla concreta pericolosità e dall'effettiva nocività dell'animale, detenere una renna costituisce un pericolo per la salute o la pubblica incolumità, anche se la custodia è fatta con tutte le premure.

La detenzione non autorizzata di animali selvatici costituisce reato di pericolo presunto, punito dall'articolo 6 della legge numero 150/1992 con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da 15mila a 300mila euro.

Attenzione a rivelare che babbo Natale non esiste...

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Anche rivelare a un bambino che banno Natale non esiste può far adirare i genitori, con conseguente denuncia penale.

Lo sa bene un operatore di call-center, il cui comportamento è giunto qualche anno fa sui tavoli della questura: a non essere andato giù a mamma e papà è stato il turbamento del bambino che, rispondendo al telefono della propria abitazione, si era sentito dire dal suo interlocutore: "Marmocchio, passami la mamma o vengo a prenderti. E, comunque, Babbo Natale non esiste".

...e anche a minacciare che la Befana non porterà regali

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E che dire della minaccia di non ricevere regali né da Babbo Natale né dalla Befana? È reato anche se la vittima è un adulto!

Basti considerare che la sentenza della Corte di cassazione numero 42653/2010 ha confermato la condanna di un uomo che aveva offeso un altro soggetto, affiggendo sulla bacheca sindacale della ditta presso la quale lavorava un avviso contenente varie offese che delineavano la chiara volontà di esporre a ridicolo la vittima. Tra le frasi incriminate, anche quella in cui il colpevole affermava, diretto al collega, che "non esiste alcun Babbo Natale o Befana che concedano regali a personaggi come lei".

Dare della Befana può costare caro!

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Infine, un'ultima accortezza in clima di feste è quella di evitare di lasciarsi ispirare dalle decorazioni e rivolgersi a una donna chiamandola Befana.

Con la sentenza numero 2597/2013, la Cassazione ha ritenuto che inviare sms che contengono epiteti offensivi e nei quali si dà della Befana alla destinataria è un comportamento che, a certe condizioni, può integrare il reato di molestie.

In altri casi, chiamare una donna Befana può invece costare una condanna per ingiuria (vedi, ad esempio, la sentenza numero 1642/2009 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere) o, per i lavoratori, una bella sanzione disciplinare.

A tale ultimo proposito, ci si riferisce alla vicenda giunta all'attenzione del TAR Campania e decisa con la sentenza numero 839/2015, che vedeva come protagonista un carabiniere che, mentre era a lavoro, si era rivolto nei confronti di una cittadina chiamandola Befana.

Se vuoi guardare le edizioni precedenti di giustizia sotto l'albero leggi:

- La giustizia … sotto l'albero!

- La giustizia sotto l'albero! Edizione 2016

- La giustizia sotto l'albero. Ecco una carrellata delle pronunce più significative della giurisprudenza sul Natale

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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