La denuncia-appello del pontefice nell'udienza alla Cisl e le reazioni del Governo

di Marina Crisafi - Non risparmia nessuno papa Bergoglio: le pensioni d'oro sono "un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni povere", mentre una società che "costringe gli anziani a lavorare troppo e obbliga un'intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti" è solo "stolta e miope". Sono parole di denuncia, forti, ma anche di appello quelle del pontefice nel corso dell'udienza di oggi ai sindacati.

Pensioni d'oro: Bergoglio, "sono un'offesa"

Un monito che è anche un invito a fare qualcosa quello di Bergoglio di oggi nell'udienza alla Cisl nell'aula Paolo Vi. Sul fronte previdenza, chiede infatti il papa, si deve riconoscere "il diritto a una giusta pensione - né troppo povera né troppo ricca, mentre - le 'pensioni d'oro' sono un'offesa al lavoro non meno grave delle pensioni troppo povere, perché fanno sì che le diseguaglianze del tempo del lavoro diventino perenni".

I giovani devono lavorare

Sono i giovani che devono lavorare e non gli anziani, ribadisce il papa. "Quando i giovani sono fuori dal mondo del lavoro, alle imprese mancano energia, entusiasmo, innovazione, gioia di vivere, che sono preziosi beni comuni che rendono migliore la vita economica e la pubblica felicità".

Urge un nuovo patto sociale

Da qui, l'appello verso un nuovo e urgente "patto sociale", che "riduca le ore di lavoro di chi è nell'ultima stagione lavorativa, per creare lavoro per i giovani che hanno il diritto-dovere di lavorare".

Il dono del lavoro - ha ribadito Bergoglio - è il primo dono dei padri e delle madri ai figli e alle figlie, è il primo patrimonio di una società. È la prima dote con cui li aiutiamo a spiccare il loro volo libero della vita adulta".

Poletti: equilibrio da trovare

Le parole del pontefice hanno dato da pensare a tutti, governo compreso che non ha fatto mancare le sue dichiarazioni per il tramite proprio del ministro del lavoro, Giuliano Poletti.

"C'è ovviamente un nesso tra l'età del pensionamento e il turn over lavorativo, questi due aspetti - ha affermato il ministro commentando le osservazioni di papa Francesco - devono stare in equilibrio con il sistema previdenziale, perché dobbiamo fare in modo che i cittadini che hanno lavorato, alla fine, possano avere la pensione giusta".

Secondo Poletti, "il sistema italiano è quello che conosciamo - e occorre trovare "un punto di equilibrio". Il governo

, ha concluso il ministro, "con gli interventi dell'Ape sociale dell'Ape volontaria, ha cercato di introdurre dei meccanismi di flessibilità in uscita, cosa che pensiamo possa aiutare le persone che sono più in difficoltà a arrivare prima al pensionamento e quindi, contemporaneamente, far accedere una parte di giovani nel turnover e dare loro un'opportunità di lavoro".


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