Per il giudice francese il provvedimento viola le libertà fondamentali

di Marina Crisafi - Il divieto del burkini, il costume femminile da bagno islamico che copre interamente il corpo della donna, è una "violazione grave e apertamente illegale delle libertà fondamentali". Con queste parole, il Consiglio di Stato francese ha sospeso il divieto introdotto dal comune di Villeneuve-Loubet, seguito poi a ruota da quello di Nizza, Cannes e da altre città del sud est, che tante polemiche ha fatto nascere nei giorni scorsi in tutta Europa (leggi: "Burkini: vietato vietare. Aiutare le donne sul cammino della libertà o aggiungere nuovi divieti?").

Il massimo organo di giustizia amministrativa della Francia era stato chiamato in causa dalla Lega dei diritti dell'uomo e dal Collettivo contro l'islamofobia per esprimersi sulla sentenza del tribunale di primo grado che aveva legittimato il divieto ritenendolo "necessario, appropriato e proporzionato" per prevenire disordini pubblici dopo i recenti attacchi terroristici nel paese, ivi compreso quello sulla promenade di Nizza del 14 luglio. Per il Tar transalpino, il burkini sarebbe "passibile di offendere le convinzioni di altri utenti della spiaggia" e quindi percepito "come una sfida o provocazione in grado di esacerbare la tensione" già palpabile nella comunità.

Per il Consiglio di Stato invece non è così. Nel dispositivo (disponibile qui in lingua francese), si legge che l'ordinanza che vieta di indossare il burkini in spiaggia "perché ostenta una appartenenza religiosa al mare" rappresenta "una violazione grave e apertamente illegale delle libertà fondamentali, che sono la libertà di movimento, di coscienza e la libertà personale".

Ma non solo. Nel comune (ndr di Villeneuve-Loubet) "non vi è nessun elemento tale da far ritenere che siano risultati rischi per l'ordine pubblico dalla tenuta adottata da alcune persone per fare il bagno - scrivono i giudici, per cui in assenza di tali rischi - il sindaco non poteva prendere misure per impedire l'accesso alla spiaggia e il bagno", dovendo lo stesso conciliare la sua missione "di mantenimento dell'ordine nel comune con il rispetto delle libertà garantite dalla legge".

Nell'attesa della sentenza definitiva, i giudici amministrativi, attraverso la sospensione, hanno lanciato un messaggio chiaro sulle ordinanze di divieto, esteso ovviamente anche agli altri comuni che hanno seguito Villeneuve-Loubet.

Ma la questione al momento è tutt'altro che chiusa, dato che il sindaco si è rifiutato di ritirare il provvedimento e il suo partito politico, per bocca del deputato Lionel Luca, ha anticipato che sarà presto presentata una proposta di legge anti-burkini. Una reazione del tutto simile a quella del leader del Front National, Marine Le Pen, per il quale la "battaglia non è finita" e il Parlamento

dovrebbe estendere il divieto del velo islamico e di qualsiasi ostentazione di simboli religiosi in tutti i luoghi pubblici, ivi comprese le spiagge.

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