Licenza di alzare la voce con il capo in ufficio. Lo sancisce la Corte di Cassazione che ha reso definitiva l'assoluzione di un giovane impiegato di 27 anni che, nel corso dell'ennesima lite sul posto di lavoro con il suo superiore, gli aveva detto agitandogli i pugni davanti al viso: 'mi fai ridere' e minacciandolo, 'stai molto attento'. Per la suprema corte questo tipo di comportamento va assolto in quanto deve essere inquadrato nel 'contesto di discussioni avvenute nell'ambiente di lavoro'. I fatti analizzati dalla V sezione penale risalgono all'agosto del 2002. Dino A. un 27enne veneziano finì davanti al giudice di pace
di Venezia per essersi rivolto ad un suo superiore Luca V. di 42 anni, dicendogli appunto 'mi fai ridere' e minacciandolo con agitando i pugni 'stai molto attento'. Imputato per i reati di ingiuria e di minaccia, Dino A. venne assolto dal giudice di pace di Venezia nell'aprile del 2003, invano il superiore offeso si è rivolto alla Cassazione sostenendo che le offese erano ripetute 'in più occasioni' e che erano state sentite da altri colleghi d'ufficio.

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