A mettere in guardia dai rischi è la polizia postale

di Marina Crisafi - "Di quale attore sei sosia?", "A quale animale somigli?", o ancora, "Cosa sarai nella prossima vita?". Sono solo un esempio degli infiniti test che fanno divertire gli utenti su Facebook. Ma attenzione, dietro a quello che sembra un innocuo diversivo può celarsi qualche società che si impossessa dei nostri dati facendoli finire in mani sbagliate.

A mettere in guardia dai rischi che si corrono quando si risponde ai quiz e ai test a pioggia sui social è la polizia postale. "Non ce ne rendiamo conto - spiega infatti Marco Valerio Cervellini della Polizia postale e delle comunicazioni - ma già nel momento in cui si

clicca su 'inizia il test', si esce fuori da Facebook, quindi da

un'area in cui abbiamo configurato i requisiti di privacy: si finisce

così per inserire all'esterno del social i nostri dati, che potrebbero

finire in mani sbagliate".

E l'elenco dei dati che ogni utente inserisce sul web per giocare online è molto lungo: si va da quelli più personali (come nome, luogo e data di nascita, titoli di studio, foto, lingua, amici e conoscenti) al browser utilizzato all'indirizzo Ip, senza contare i diversi "mi piace". Informazioni che - sottolinea Cervellini - hanno tutte "un valore di mercato", per le società interessate allo studio dei profili e dei prodotti targetizzati. Frutto proprio delle informazioni che ingenuamente vengono fornite e "autorizzate". Perché - spiega ancora Cervellini - nel fornire le informazioni che ci richiedono i gestori dei quiz e dei test per accedervi "distrattamente non lo leggiamo ma accettiamo anche le condizioni che prevedono la cessione a società esterne dei nostri dati privati".

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