Saluto romano: reato di pericolo concreto e presunto Annamaria Villafrate - 21/04/24  |  Inadempimento obbligo vaccinale: illegittima la detrazione di anzianità di grado United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 19/04/24  |  La scienza smascherata United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 21/06/23  |  Compiti a casa: i docenti devono usare il registro elettronico  Redazione - 12/04/23  |  Annullate multe over50: la prima sentenza United Lawyers for Freedom - ALI Avvocati Liberi - 26/03/23  |  

Reato dare spinte e ceffoni al figlio

Confermata dalla Cassazione, la condanna per lesioni e abuso dei mezzi di correzione di una madre che per futili motivi ha spinto e dato un ceffone al figlio già sofferente


Lesioni e abuso dei mezzi di correzione

[Torna su]

Confermata la condanna di una madre per lesioni e abuso dei mezzi di correzione commessi ai danni del figlio, a cui ha dato una spinta e uno schiaffo per futili motivi. Niente da fare per la causa di non punibilità perché correttamente la Corte di Appello ha valorizzato la ripetitività e la gravità del comportamento dell'imputata, nell'infierire su un minore, che già soffre per la separazione dei genitori. Questa la decisione della Cassazione contenuta nella sentenza n. 37080/2021 (sotto allegata).

La vicenda processuale

Una donna viene ritenuta responsabile penalmente in primo e secondo grado di lesioni personali e abuso dei mezzi di correzione perché in due episodi distinti ha dato:

Inattendibili le dichiarazioni del ragazzo e del padre naturale

[Torna su]

L'imputata nel ricorrere in Cassazione presenta le seguenti doglianze.

Condotta grave e ripetitiva ai danni di un minore sofferente

[Torna su]

Per la Cassazione, che alla fine del vaglio dei motivi sollevati dall'imputata dichiara il ricorso inammissibile, i primi tre motivi sono del tutto inammissibili perché il travisamento della prova commesso dal giudice di prime cure doveva essere dedotto in appello, non potendo essere dedotto in Cassazione il vizio di motivazione in cui sarebbe incorso in giudice d'appello se il travisamento prima non gli era stato rappresentato.In appello infatti la difesa ha manifestato la propria disapprovazione per la mancata valutazione di un provvedimento del 2014, non di quello ora menzionato del 2016, portato per la prima volta all'esame della Cassazione.

Infondato il quarto motivo del ricorso perché è inammissibile il ricorso in Cassazione con cui ci si duole della errata applicazione dell'art. 192 che disciplina la valutazione della prova, quando si fonda su argomentazioni che non denunciano uno dei vizi previsti dalla lettera e) dell'art. 606 c.p.p ossia per motivazione assente, contraddittoria o illogica.

Generiche le doglianze sollevate con il quinto motivo del ricorso in quanto la Corte di Appello ha ben motivato e argomentato le ragioni per le quali non ha potuto concedere la causa di non punibilità per la lieve entità del fatto. La Corte ha infatti tenuto conto della gravità e ripetitività delle condotte della donna ai danni di un minore, tra l'altro sofferente per la separazione dei genitori e del fatto che l'omessa valutazione del provvedimento del 2016 non era stata rappresentata in sede di appello.

Da qui la dichiarazione d'inammissibilità del ricorso e la condanna dell'imputata a pagare 3000 euro alla Cassa delle ammende.

Leggi anche:

- E' lecito tirare schiaffi ai figli?

- Educare i figli a suon di schiaffi è reato

Data: 16/10/2021 06:00:00
Autore: Annamaria Villafrate