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Condominio: deiezioni dei cani negli spazi comuni, come comportarsi

Indicazioni da seguire per assicurare un corretto comportamento da parte dei proprietari di animali domestici per non creare disturbo agli altri condomini


Animali domestici in condominio e utilizzo corretto degli spazi comuni

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Negli spazi condominiali come ingresso, ascensore, scale, cortili, può capitare di trovare escrementi di animali domestici di condòmini non attenti e poco civili, che non provvedono neanche a ripulire le eventuali parti sporcate.

La riforma condominiale ha espressamente stabilito che le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali in condominio (art. 1138 c.c.), pertanto non è possibile vietare la presenza degli stessi né all'interno delle singole unità immobiliari, né all'interno delle aree comuni.

Responsabilità anche penale

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Contestualmente però chi sceglie di avere un animale da compagnia è responsabile dello stesso.

Il comportamento del condòmino che permette al proprio animale di sporcare gli spazi comuni senza provvedere successivamente a una idonea pulizia degli stessi, può essere sanzionato ai sensi dalla legge penale e si può verificare, il reato di imbrattamento di cose altrui. Si fa riferimento all'articolo 639 del Codice Penale, che prevede sanzioni pecuniarie da 103 euro a oltre 10000 euro e, nei casi di recidiva, anche dai tre mesi a due anni di reclusione.

La norma trova applicazione anche nel caso in cui l'imbrattamento sia temporaneo, di modesta entità e facilmente rimovibile.

Come comportarsi in caso di deiezioni negli spazi condominiali?

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I condòmini possono segnalare la presenza delle deiezioni all'amministratore, il quale in qualità di responsabile delle parti comuni, nel garantire il decoro e il godimento della cosa comune, provvederà ad inviare una diffida al proprietario dell'animale, inoltre l'amministratore, in caso di violazioni del regolamento condominiale, può comminare, ove stabilito, anche delle sanzioni o ricorrere all'autorità giudiziaria.

Laddove, la diffida dell'amministratore non fosse sufficiente a indurre il proprietario dell'animale a ripulire le aree imbrattate ed a evitare ulteriori problemi, nel caso dell'imbrattamento si potrà procedere con una querela nei confronti del proprietario stesso, oltre a richiedere il risarcimento dei danni in sede civile.

Un altro aspetto sgradevole è quello degli odori molesti provenienti dagli escrementi.

Anche in questo caso, se il proprietario non provvede a rimuovere le deiezioni del proprio animale, possono configurarsi gli estremi del reato penale.

Il semplice gesto civile di pulire le deiezioni del proprio animale e l'accortezza di evitare che i suoi comportamenti possano arrecare disturbo agli altri condòmini sono il principio basilare per poter vivere tranquillamente in un condominio.

Data: 16/09/2021 12:00:00
Autore: Gianpaolo Aprea