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Multe: nel giudizio di opposizione il Prefetto è attore sostanziale

Se quindi non si difende adeguatamente, l'insufficienza probatoria comporta l'annullamento dei provvedimenti prefettizi opposti


di Valeria Zeppilli – Se il cittadino si oppone al provvedimento prefettizio di rigetto del suo ricorso avverso un verbale con il quale gli è stata contestata una violazione al codice della strada, il Prefetto ha il dovere di difendersi.

In tal senso è chiara la sentenza numero 240/2018 del Giudice di Pace di Milano (qui sotto allegata), ove si legge testualmente come, nei giudizi di tal guisa, "l'Amministrazione resistente debba essere considerata quale attrice sostanziale, con tutti gli oneri probatori che tale posizione comporta".

La vicenda

Nel caso di specie l'automobilista, sanzionato per eccesso di velocità, si era rivolto al Giudice di Pace (con il sostegno del Comitato Strademulte) per veder ribaltata la scelta del Prefetto di confermare la multa elevatagli, eccependo la nullità dell'ordinanza prefettizia per carenza di istruttoria, l'illegittimità del verbale in quanto privo di ogni riferimento alla taratura dell'autovelox utilizzato per la rilevazione dell'infrazione e l'inesistenza di una sua valida omologazione.

Il Prefetto, tuttavia, non si era costituito in giudizio, omettendo così di suffragare il proprio operato.

Insufficienza probatoria

Il comportamento processuale dell'Amministrazione, di conseguenza, ha determinato per il Giudice un'insufficienza probatoria, posto che i giudizi come quelli instaurati dall'automobilista sono diretti proprio a valutare la correttezza e la fondatezza del procedimento sanzionatorio, rispetto al quale invece, nel caso di specie, non è stata svolta alcuna attività difensiva.

La scelta, quindi, è una sola: il ricorso va accolto e i provvedimenti prefettizi e i verbali di contestazione ad essi sottesi vanno annullati.


Si ringrazia il Consulente Tecnico Investigativo Giorgio Marcon per la cortese segnalazione

Data: 22/02/2018 09:00:00
Autore: Valeria Zeppilli