Il prete che sbaglia l'orario di una messa in suffragio di un defunto e la celebra prima di quanto concordato con i parenti non deve risarcire il danno: parola di Cassazione. E' stata così respinta la richiesta di risarcimento avanzata dai familiari di un defunto di Verona che avevano anche versato al prete 10 euro per la commemorazione del proprio caro.
Il parroco aveva si dato inizio alla messa in suffragio ma lo aveva fatto diverse ore prima rispetto a quanto pattuito. Di qui la richiesta risarcitoria.
I giudici della Corte, hanno osservato che nella fattispecie "non e' stato leso un diritto fondamentale della persona", ne' l'errore del prete "incide sul diritto di ognuno a praticare i riti della propria religione".
In precedenza il Giudice di Pace aveva disposto che il parroco restituisse solo i 10 euro ai familiari negando però il diritto al risarcimento del danno. Anche il Tribunale investito dell'appello aveva respinto la richiesta risarcitoria perché il parroco "non era stato inadempiente" dato che la messa l'aveva pur sempre celebrata.
Inutilmente i parenti si sono rivolti in Cassazione sostenendo di essere stati danneggiati per non aver potuto prendere parte alla funzione.
Con la sentenza 7449/2007 i Giudici della Terza Sezione Civile della Corte, da un lato riconoscono che "il tribunale ha impropriamente affermato che il defunto non aveva subito alcun danno per il comportamento del parroco", dall'altro ha sottolineano che non risulta che sia stato leso il diritto di praticare liberamente i riti della propria religione.

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