Il Tribunale di Busto Arsizio (VA) ha ridotto il debito di una contribuente nei confronti di Equitalia di una percentuale superiore all'85%.

Accende uno "storico raggio di sole" sui rapporti tra cittadini e Fisco, la recente sentenza del Tribunale di Busto Arsizio (VA) che ha ridotto il debito di una contribuente nei confronti di Equitalia di una percentuale superiore all'85%

Nel caso di specie, la signora Rossella Stucchi, in causa con il Fisco dal 2002 per un debito inevaso risalente al 1996, ha visto scendere l'importo delle somme dovute al riscossore nazionale da 87.000 a 11.000 euro, riuscendo così ad estinguere l'obbligazione. 

LA NORMA

Ciò è stato reso possibile dalle norme contenute nel decreto-legge  n. 212 del 22 dicembre 2011 - versate poi nella legge n. 3 del 2012 sulla "Composizione della crisi per sovraindebitamento" - finalizzate ad alleggerire piccoli imprenditori e semplici consumatori versanti in situazione di difficoltà economica. In pratica, la legge introduce la possibilità per i debitori di Equitalia di accedere a un pagamento ridotto in misura proporzionale alle loro attuali capacità economiche, purché in presenza di condizioni e requisiti precisi e dimostrati (fra cui la impossibilità di "fallimento tecnico" del debitore, e il consenso di almeno il 60% dei creditori).

I FATTI

La vertenza che vede contrapposti Equitalia e la signora Stucchi ha inizio nei primi anni 2000 ed ha oggetto una cifra pari dapprima a 26 milioni di lire - somma già allora insostenibile per la contribuente, che percepisce uno stipendio di circa 1 milione e mantiene due figli - destinata presto a lievitare a 51 mila euro e "rimpinguata" da oltre 30 mila euro di interessi, per un totale di 87.000 euro!  Data l'assoluta impossibilità della donna a pagare l'intero, l'avvocato punta così alla rateizzazione della somma, una soluzione che potrebbe almeno regalare una maggiore tranquillità psicologica alla debitrice. Ma poi, in seguito all'entrata in vigore della Legge voluta da Monti, e rimaneggiata dal Governo Letta, la convenuta ottiene dal giudice di merito la ridefinizione del suo debito in una cifra di gran lunga inferiore (appunto 11.000 euro), in ragione del patrimonio di cui la stessa risulta titolare.

 

 


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