Sei in: Home » Guide Legali » Eredità e successioni » Successioni ereditarie

La successione ereditaria

Alla morte di una persona si apre la sua successione. Ecco tutti i principi e le nozioni generali da conoscere sulla successione ereditaria o mortis causa 

Cos'è la successione

[Torna su]

La successione mortis causa è quel fenomeno giuridico secondo il quale, alla morte di un soggetto (che prende anche il nome di de cuius, ossia persona della cui eredità si tratta), segue l'estinzione dei rapporti personalissimi, ossia quelli strettamente inerenti alla persona (ad esempio diritto al nome, alla libertà, all'integrità personale, etc.) e familiari (potestà genitoriale, matrimonio), mentre i rapporti patrimoniali vengono, normalmente, trasmessi ad altri soggetti, in base a un complesso di regole che prende il nome di diritto ereditario (o successorio). 

L'oggetto della successione ereditaria

Tra le principali situazioni giuridiche patrimoniali che vengono devolute a terzi, ricordiamo:

  • i rapporti patrimoniali personali (anche detti diritti di credito), salvi quelli c.d. intuitu personae, ossia che implicano un legame inscindibile rispetto alla persona che ne è titolare (come il diritto agli alimenti, inidoneo a trasferirsi a terzi per definizione);
  • i rapporti patrimoniali di natura reale e le azioni che l'ordinamento prevede a loro tutela (si pensi al diritto di proprietà), a meno che non siano strettamente connessi alla vita del titolare (ad esempio il diritto di abitazione);
  • i contratti in corso di esecuzione, a meno che non sia possibile devolvere la posizione giuridica del defunto in capo all'erede perché la natura del contratto lo rende impossibile (si immagini il caso eclatante di un contratto di prestazione d'opera tra una casa discografica e un noto cantante: non è detto che il figlio abbia le capacità e la fama del padre!).

I rapporti connessi all'esercizio di un'azienda, invece, salvo ipotesi del tutto eccezionali, non si estinguono alla morte del titolare.

Normativa sulle successioni

[Torna su]
Il diritto ereditario è contenuto nel libro secondo del codice civile (articoli 456 e seguenti).

Dopo aver dettato i principi generali in materia di successione, in particolare, il codice civile si occupa dapprima delle successioni legittime e poi di quelle testamentarie.
Il libro dedicato alle successioni si chiude con un titolo dedicato alla divisione e un titolo dedicato alle donazioni, entrambi istituti che in qualche modo rilevano nell'ambito del diritto ereditario.

I principi generali in materia di successione

[Torna su]
Volendo sintetizzare i principali principi generali in materia successoria, possiamo dire che la successione si apre nel momento della morte e nel luogo dell'ultimo domicilio del defunto, mentre l'eredità si acquista solo ed esclusivamente con l'accettazione (pura e semplice o con beneficio di inventario), sebbene gli effetti di quest'ultima risalgano al momento nel quale la successione si è aperta.

Sono capaci di succedere tutti coloro nati o concepiti al momento della successione tranne chi sia indegno, secondo la definizione che ne dà l'articolo 463 del codice civile.

Chiunque, pur essendo chiamato all'eredità e capace di succedere, può rinunciarvi, rendendo un'apposita dichiarazione a un notaio o al cancelliere del tribunale del circondario in cui si è aperta la successione. 

Va infine detto che la legge riserva una quota di eredità o altri diritti nella successione a specifiche categorie di soggetti, detti legittimari. Si tratta del coniuge, dei figli e degli ascendenti, che non possono essere mai privati della loro quota di legittima, neanche per testamento.

Le successioni legittime

[Torna su]
Le successioni si dividono in legittime e testamentarie e a ciascuna di esse il codice civile dedica uno specifico titolo.

Con la precisazione che la successione legittima si ha solo quando manca, in tutto o in parte, quella testamentaria, il diritto successorio, nel disciplinarla, prende in considerazione tutte le varie ipotesi che si possono verificare e, per ognuna di esse, precisa a chi e in quali quote l'eredità si devolve.
Ad esempio, l'articolo 566 c.c. precisa che i figli succedono alla madre e al padre in parti uguali, mentre l'articolo 568 c.c. stabilisce che se un soggetto muore senza lasciare figli, né fratelli, sorelle o loro discendenti, sono suoi eredi il padre e la madre in porzioni uguali o il solo genitore che sopravvive per l'intero.

Sulla base delle regole civilistiche, e nell'ordine da queste stabilito, sono destinatari della successione legittima si seguenti soggetti:
  • coniuge
  • discendenti
  • ascendenti
  • collaterali
  • parenti 
  • Stato.
Lo Stato riceve l'eredità solo ed esclusivamente in mancanza di altri successibili, senza bisogno di accettazione e senza possibilità di rinunciare.

Le successioni testamentarie

[Torna su]
Le successioni testamentarie sono quelle che sono regolate da un testamento, ovverosia l'atto con il quale il de cuius, quando era ancora in vita, ha disposto del destino di tutte o parte delle proprie sostanze alla sua morte. 

Non tutti, però, possono disporre per testamento. Per legge, infatti, sono incapaci di testare i seguenti soggetti:
  • i minorenni
  • gli interdetti per infermità mentale
  • coloro che, al momento in cui fecero testamento, erano incapaci per qualsiasi ragione di intendere o di volere.
Inoltre, in alcuni casi, le disposizioni testamentarie sono nulle.
In particolare, lo sono quelle a favore del notaio o di altro ufficiale che ha ricevuto il testamento pubblico e quelle a favore di uno dei testimoni o dell'interprete intervenuto al testamento.
Sono nulle, poi, le disposizioni a favore della persona che ha scritto il testamento segreto, salvo che il testatore le approvi di mano o nell'atto di consegna, e quelle a favore del notaio a cui il testamento segreto è stato consegnato in plico non sigillato.
Infine, sono nulle, anche se fatte sotto nome d'interposta persona, le disposizioni testamentarie a vantaggio delle persone incapaci di cui agli articoli 582, 593, 596, 597 e 508 del codice civile. 

Il testamento, inoltre, soggiace a specifici requisiti di forma, diversi a seconda di quale sia la sua tipologia.
Ad esempio, il testamento olografo va interamente scritto, datato e sottoscritto di pugno dal testatore; il testamento pubblico è ricevuto dal notaio in presenza di due testimoni; la carta su cui sono stese le disposizioni del testamento segreto o quella che serve da involto deve essere sigillata con impronta.

Infine, va detto che il testamento olografo e il testamento segreto devono essere pubblicati presso un notaio, che vi provvede alla presenza di due testimoni.

Aggiornamento ottobre 2020