Sono 203 le associazioni riconosciute dal Mise e inserite negli elenchi pubblicati sul sito web del dicastero nella sezione dedicata alle professioni "non organizzate"

di Gabriella Lax - Puntano a offrire trasparenza e garanzie sul possesso di specifici requisiti professionali, ma non solo. Sono le associazioni che il ministero dello Sviluppo economico riconosce e che vengono inserite negli elenchi pubblicati sul sito web del dicastero nella sezione dedicata alle professioni "non organizzate", non rientranti nel sistema ordinistico.

Professionisti senza albo, le istruzioni del Mise

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Si tratta di 203 sigle presenti nei due elenchi istituti dal Mise: 187 associazioni rilasciano l'attestato di qualità e qualificazione professionale dei servizi prestati dai soci (come previsto dalla legge n.4/2013) e poi ce ne sono altre 16 registrate, ma che non offrono un "marchio" qualificante connesso all'accreditamento da parte del ministero. L'iscrizione agli elenchi fa in modo che le associazioni professionali si conformino alle finalità che la legge rimette alle associazioni, anche per consentire agli utenti e agli stessi professionisti la conoscenza di elementi utili sugli organismi che, tra gli altri, riuniscono gli operatori del mercato dei servizi professionali. La finalità dell'iscrizione agli elenchi del Mise è quella di tutelare l'utenza perchè l'accreditamento delle associazioni in relazione a determinati requisiti consente di offrire garanzie sulla professionalità degli associati riguardo a competenze, deontologia, trasparenza.

Professionisti senza albo: come iscriversi agli elenchi

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I requisiti per entrare a far parte degli elenchi del ministero sono strutturati su due livelli: quelli "generali", necessari per tutte le sigle interessate ad accreditarsi, e quelli più stringenti riservati a quelle che mettono a disposizione dei soci l'attestato di qualità. Per iscriversi alle liste del primo livello è richiesto essere associazioni

«a carattere professionale e natura privatistica, senza vincolo di rappresentanza esclusiva e senza scopo di lucro»; con una precisa identificazione delle attività professionali ad esclusione di quelle riservate a iscritti in Albi o elenchi o che rientrino nell'ambito delle professioni sanitarie. Sarà necessario uno Statuto improntato alla trasparenza e democraticità dell'assetto associativo e un codice di condotta. Con in più la promozione tutela degli utenti e l'aggiornamento professionale. Tutte le informazioni rilevanti, inoltre, devono essere pubblicate sul sito web dell'associazione.

Professionisti senza albo: come si certifica la qualità

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La certificazione di qualità, prevista solo per le associazioni di livello 2, presuppone requisiti più stringenti, tanto che, a determinate condizioni gli associati possono utilizzare il riferimento all'iscrizione quale marchio/attestato di qualità e di qualificazione professionale dei propri servizi. Dal punto di vista deontologico serve prevedere un codice di condotta con sanzioni graduate in relazione alle violazioni poste in essere e un organo, dotato di autonomia, preposto all'adozione dei provvedimenti disciplinari; l'elenco degli iscritti va pubblicato online con aggiornamento almeno annuale e dedicare una struttura ad hoc alla formazione permanente.

Le associazioni, inoltre, devono essere presenti in almeno tre regioni nel Paese e possedere una struttura tecnico-scientifica dedicata alla formazione permanente degli associati, in forma diretta o indiretta. La qualità prevede ancora sistema conforme alla norma Uni En Iso 9001, certificato da un organismo di valutazione di conformità regolarmente accreditato (non vincolante). Dovranno essere attivati degli sportelli utenti per casi di contenzioso o informazioni su prestazioni e standard qualitativi.


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