di Marina Crisafi - Se lo conosci lo evitiā¦ E' in sintesi quanto promette il ddl telemarketing appena approdato all'esame della Camera (in commissione referente) che mira ad inserire il prefisso unico per riconoscere le chiamate dei call center. In sostanza, gli utenti sapranno chi li cerca e saranno liberi di decidere di non rispondere se non vogliono essere disturbati.
Il ddl (sotto allegato), approvato prima della pausa estiva dal Senato all'unanimità, reca, oltre all'istituzione del prefisso unico nazionale, diverse nuove disposizioni, allargando l'iscrizione e il funzionamento del registro delle opposizioni.
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Il disegno di legge, licenziato da palazzo Madama, è stato quindi adottato all'unanimità anche dalla Camera, come testo base sul quale proseguire l'esame. Dato l'accordo, e data l'urgenza di porre un freno, ai comportamenti di marketing telefonico sempre più invasivi e aggressivi, l'approvazione definitiva non dovrebbe tardare.
Ecco la scheda del ddl telemarketing:
Prefisso unico nazionale per i call center
Il ddl istituisce per tutti gli operatori che svolgono attività di call center un prefisso unico nazionale.
Ad individuare il "codice o prefisso specifico" sarà l'Agcom entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, al fine di "identificare in modo univoco le chiamate telefoniche finalizzate al compimento di ricerche di mercato e alle attività di pubblicità, di vendita o di comunicazione commerciale".
Tutti gli operatori sono tenuti ad adeguare le numerazioni telefoniche utilizzate per i loro servizi, "anche delocalizzati", facendo richiesta di assegnazione delle relative numerazioni entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento dell'Autorità, la quale vigilerà sul rispetto delle disposizioni ed irrogherà le sanzioni.
Registro delle opposizioni allargato
La pdl estende la possibilità di iscriversi al registro pubblico delle opposizioni a chiunque ne faccia specifica richiesta, "anche contemporaneamente per tutte le utenze telefoniche, fisse e mobili" e anche "per via telematica o telefonica".
Non solo. Nel registro saranno in ogni caso inserite anche le numerazioni fisse che non risultano negli elenchi degli abbonati (a differenza di come funziona oggi) e gli interessati potranno revocare la propria opposizione anche telematicamente o al telefono.
Una volta iscritti al registro, inoltre, recita il comma 5 dell'art. 1 del ddl, "si intendono revocati tutti i consensi precedentemente espressi, con qualsiasi forma o mezzo e a qualsiasi soggetto, che autorizzano il trattamento delle proprie numerazioni telefoniche fisse o mobili effettuato mediante operatore con l'impiego del telefono per fini di pubblicità o di vendita
ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale ed è altresì precluso, per le medesime finalità, l'uso delle numerazioni telefoniche cedute a terzi dal titolare del trattamento sulla base dei consensi precedentemente rilasciati".Vengono vietati altresì la comunicazione, il trasferimento e la diffusione a terzi dei dati personali degli interessati iscritti al registro, "con qualsiasi forma o mezzo", per fini di pubblicità o di vendita ovvero per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Per le violazioni, se reiterati, si potrà anche arrivare alla sospensione dell'attività, ovvero, nei casi più gravi, alla revoca dell'autorizzazione all'esercizio stesso dell'attività.
Prefisso unico: la protesta della categoria, a rischio 40mila posti di lavoro
L'istituzione del prefisso unico per le chiamate commerciali mette a rischio 40mila posti di lavoro. Ad annunciarlo è Assocontact, l'associazione che rappresenta le società che gestiscono servizi di Contact Center, secondo la quale "questa disposizione rischia di compromettere l'intero settore, mettendo a rischio 40mila posti di lavoro e non risolvendo il problema del telemarketing".
Il prefisso unico, infatti - si legge nella nota - se approvato in via definitiva non permetterà alle aziende di contattare direttamente i propri clienti o potenziali tali e saranno costrette ad investire su altri canali e forme di vendita".
La tutela del consumatore - prosegue l'associazione - "va perseguita senza mettere in repentaglio un intero settore che conta 40mila operatori, la maggior parte al sud e formato da giovani al di sotto dei 30 anni". La soluzione al problema del telemarketing selvaggio, conclude la nota di Assocontact esiste "ed è quella prevista dalla Proposta di regolamento E-Privacy presentata dalla Commissione Europea lo scorso 10 gennaio: il numero identificabile e quindi ricontattabile". Con il prefisso unico, invece, "le chiamate con le proposte commerciali si mischieranno a quelle moleste con un grave danno per il consumatore che vedrà apparire sempre lo stesso numero e non potrà decidere se rispondere o meno".
Ddl telemarketing• Foto: 123rf.com