I primi bilanci dell'obbligo formativo vedono gli avvocati ancora al primo anno, mentre per notai e ingegneri si è appena concluso un biennio cruciale

di Valeria Zeppilli - La formazione continua è un aspetto della vita dei professionisti che non tutti vedono di buon occhio. Se tuttavia ad alcuni può sembrare una perdita di tempo, essa, in realtà, è fondamentale per garantire prestazioni di qualità ai clienti.

Proprio per tale ragione le sanzioni in caso di mancata formazione sono molto pesanti e arrivano addirittura alla sospensione in ipotesi di recidiva.

Quest'anno, per alcuni ordini, la formazione continua giunge per la prima volta alla resa dei conti: si è infatti concluso il primo biennio dall'entrata in vigore della formazione obbligatoria per tutti gli ordini, introdotta dal d.p.r. n. 137/2012.

Per gli avvocati, invece, quello da poco conclusosi è il primo anno della nuova formazione, introdotta dalla riforma forense.

Ma procediamo con ordine.

La formazione degli avvocati

Per quanto riguarda il mondo dei professionisti legali, l'obbligo di formazione continua è stato definitivamente consacrato con la legge n. 247/2012 e il regolamento CNF n. 6/2014 che la ha attuata e con il nuovo codice forense.

Esso, tuttavia, non rappresenta una novità ma era già disciplinato dal vecchio codice deontologico forense e da un regolamento del CNF del luglio 2007.

Insomma: gli avvocati sono tra le prime categorie professionali per le quali la formazione continua è stata individuata come un pilastro fondamentale.

Ma come funziona la formazione obbligatoria per i legali?

I crediti vanno maturati nel corso di tre anni.

L'importo complessivo è di sessanta crediti, di cui almeno nove nelle materie dell'ordinamento e della previdenza forensi e della deontologia e dell'etica professionale.

Tuttavia, ogni anno ciascun legale deve mettere da parte almeno quindici crediti, di cui tre nelle materia obbligatorie.

Alla fine del triennio, poi, agli avvocati che hanno accumulato tutti i crediti richiesti viene rilasciato l'attestato di formazione continua, valido per il successivo triennio.

A tal proposito si sottolinea che l'obbligo formativo non è solo fine a se stesso, ma il possesso dell'attestato è fondamentale per far parte di alcune commissioni e per assumere tirocinanti.

Un'altra peculiarità che riguarda il mondo dei professionisti del diritto va individuata nel fatto che dalla formazione sono esclusi gli avvocati che siano iscritti all'albo da più di 25 anni o, comunque, che abbiano già compiuto i sessant'anni di età.

I professionisti alla resa dei conti

Da quanto visto, è evidente che il 2016 non è un anno particolarmente rilevante per gli avvocati.

Lo stesso, però, non può dirsi per altri due ordini: quello degli ingegneri e quello dei notai.

Gli ingegneri, infatti, hanno organizzato un sistema di formazione continua che ha assegnato a tutti gli iscritti un "tesoretto" iniziale di 60 crediti (90 per i nuovi iscritti). Ogni anno, se l'aggiornamento non è effettuato, si rischia di perdere 30 crediti.

Ecco quindi che chi nel 2014 e nel 2015 abbia preso sotto gamba l'obbligo formativo si troverà quest'anno con un bilancio pari a zero.

Dato che per esercitare la professione di ingegnere servono almeno 30 crediti, la situazione potrebbe essere tutt'altro che rosea...anche se il blocco della professione non è automatico, ma scatta solo dietro segnalazione.

Oltre agli ingegneri, come visto, quest'anno giungono alla resa dei conti anche i notai.

Tali professionisti, infatti, hanno un obbligo formativo biennale, come stabilito dal consiglio nazionale del notariato.

Anche se l'obbligo di formazione è previsto a livello deontologico già da dieci anni, ne sono passato solo due da quando esso è stato legalmente riconosciuto.

C'è da dire, in ogni caso, che i notai sono giunti a questo primo "esame" in maniera più che dignitosa: solo l'uno per cento circa di essi, infatti, non ha raggiunto l'obiettivo dei cento crediti biennali.

I bilanci provvisori

Per le altre categorie professionali, invece, i bilanci che possono essere fatti a 2015 concluso sono solo provvisori, in quanto non è decorso l'intero arco temporale di riferimento per la formazione professionale.

Per i commercialisti, addirittura, le nuove regole si applicano solo a partire dallo scorso anno, sebbene in maniera continuativa con le vecchie.

Per alcune categorie di professionisti la situazione è più positiva, per altre meno.

Sebbene la formazione sia regolamentata in maniera del tutto autonoma dai diversi ordini professionali, assumendo sembianze peculiari a seconda della professione di riferimento, tutti, in ogni caso, devono prestare l'adeguata attenzione: a valutare la mancata formazione, infatti, oggi sono degli organismi terzi rispetto agli ordini di appartenenza.

Formazione multidisciplinare

È interessante sottolineare che a dimostrazione del fatto che la formazione professionale sta iniziando ad assumere la giusta considerazione all'interno dei vari ordini professionali vi è l'idea della formazione multidisciplinare di qualità promossa da avvocati, notai, consulenti del lavoro, commercialisti e giornalisti.

Queste cinque categorie, infatti, hanno sottoscritto un protocollo d'intesa sulla formazione interdisciplinare, contenente il loro impegno a individuare regoli comuni per il riconoscimento reciproco di crediti formativi, specie in caso di iniziative comuni o di interesse comune.

L'idea, poi, è quella di organizzare attività condivise relative all'etica, alla deontologia e alla cultura professionale e di promuovere gli scambi culturali tra i giovani professionisti, i tirocinanti e i praticanti. Il tutto avvalendosi dell'ausilio di un comitato di coordinamento formato da due componenti per ogni ordine aderente, di cui uno rappresentativo dei rispettivi enti formativi o fondazioni.

Il patto è pronto ora per essere sottoposto all'attenzione dei ministeri vigilanti.

Valeria Zeppilli

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