Il Dipartimento dell'Organizzazione giudiziaria guidato da Mario Barbuto ha condotto così uno studio per comprendere le ragioni di questo male e per fornire un sostegno al percorso riformista intrapreso dal Governo.
Il lavoro di analisi trova il suo punto di partenza nei 5,2 milioni di affari civili arretrati ed individua quale obiettivo prioritario lo smaltimento più di ottocentomila cause arretrate.
Dai dati emerge che oltre il 70% delle pendenze civili è stato iscritto nell'ultimo triennio e un'anzianità di tre anni può essere considerata fisiologica per gli uffici di primo grado.
Ciò che invece costituisce la patologia e relega la giustizia italiana in fondo alle classifiche sull'efficienza dei sistemi giudiziari a livello internazionale è il restante 30%, il vero e proprio arretrato in senso stretto.
Il carico maggiore di arretrato si concentra in alcune sedi giudiziarie di grandi dimensioni, ma anche uffici di dimensioni più contenute non riescono a tenere il passo.
Il Dipartimento lancia un monito ed un consiglio agli uffici giudiziari e soprattutto ai loro responsabili: rispettivamente quello di concentrare meglio le risorse, tenendo presente l'obbligo di legge che impone loro l'obiettivo di smaltire l'arretrato e quello di lasciare crescere leggermente la durata degli affari più recenti se in questo modo si incide sulle giacenze.