Nelle Valli Cuneesi, tra Neve e Riflessioni. Meditazioni giuridiche sulla Legge Semplificazioni 2025

Il silenzio della Neve e il Fragore della Riforma

Mentre scrivo queste righe, il silenzio ovattato delle valli cuneesi avvolge ogni pensiero. La neve, caduta copiosa in questi giorni di fine dicembre, ha trasformato il paesaggio in un candido teatro di riflessioni. È in questo scenario di pace montana che il giurista trova la serenità necessaria per meditare sulle grandi trasformazioni del diritto.

E quale trasformazione più grande di quella che ha investito, con la Legge Semplificazioni del 26 novembre 2025, l'intero sistema delle donazioni e delle successioni"

Come avvocato, posso affermare senza timore di smentita che questa riforma rappresenta il coronamento di battaglie che il Notariato e l'Avvocatura conducevano da oltre un decennio.

Una riforma che incide profondamente sulla nostra professione, poiché troppo spesso ci siamo trovati a dover spiegare ai clienti l'inspiegabile: perché un bene donato fosse considerato dal mercato come una sorta di paria, un reietto della circolazione giuridica.

L'Anacronismo che Finalmente Tramonta

Per comprendere la portata rivoluzionaria di questa riforma, è necessario volgere lo sguardo al sistema previgente, che aveva trasformato l'articolo 564 del Codice Civile in una spada di Damocle sospesa su ogni transazione immobiliare. Il meccanismo dell'azione di restituzione, concepito dal legislatore del 1942 con l'intento di tutelare i diritti successori, si era trasformato nel tempo in un vero e proprio ostacolo alla circolazione dei beni.

Come emerge dal comunicato del Consiglio Nazionale del Notariato, "fino ad oggi chi comprava un immobile proveniente da donazione rischiava di vederselo sottrarre anni dopo, a seguito di una rivendicazione da parte degli eredi, oltre al fatto che il bene con provenienza donativa risultava difficilmente commerciabile e non appetibile per le banche come garanzia nei mutui". Un sistema che aveva generato, nel corso dei decenni, una vera e propria discriminazione tra immobili "sicuri" e immobili "a rischio".

I Numeri di una Riforma Necessaria

La portata del fenomeno emerge chiaramente dai dati statistici notarili: ogni anno in Italia vengono effettuate oltre 200.000 donazioni immobiliari. Nel 2021 ne sono state registrate più di 221.000, nel 2022 quasi 213.000, nel 2024 ben 218.000.

Cifre che testimoniano come la donazione rappresenti uno strumento fondamentale nella pianificazione patrimoniale delle famiglie italiane, uno strumento che però era gravato da un'incertezza giuridica che ne limitava drasticamente l'efficacia.

Come professionista che ha assistito importanti famiglie nella gestione del proprio patrimonio, posso testimoniare direttamente le difficoltà che questa situazione generava.

Quante volte ho dovuto spiegare a giovani coppie che l'immobile ricevuto in donazione dai genitori non poteva essere facilmente ipotecato per l'acquisto della prima casa"

Quante volte ho dovuto redigere complesse clausole di manleva per tutelare acquirenti che si assumevano rischi a loro completamente estranei"

La Nuova Architettura Normativa: Dall'Incertezza alla Certezza

La riforma opera attraverso una modifica chirurgica ma rivoluzionaria dell'articolo 561 del Codice Civile.

Come chiarisce il comunicato notarile, "la nuova norma elimina la possibilità, per gli eredi esclusi dalla donazione e lesi dalla medesima nella loro quota di legittima, di agire - come succedeva in passato - anche e direttamente contro i terzi acquirenti, chiedendo la restituzione del bene".

Il sistema previgente consentiva al legittimario leso di agire in restituzione non solo contro il donatario, ma anche contro i terzi acquirenti che avessero successivamente acquistato l'immobile dal beneficiario della donazione.

Un meccanismo che, come aveva chiarito la giurisprudenza consolidata, rendeva particolarmente complesse le dinamiche processuali.

La sentenza del Tribunale di Bolzano n. 422 del 2022 aveva evidenziato come il legittimario che agisce in riduzione rivesta la qualità di terzo ai fini dell'articolo 1417 del Codice Civile, con tutte le complessità probatorie che ne derivano.

Il Bilanciamento tra Tutela dei Legittimari e Certezza del Diritto

La riforma non ha sacrificato la tutela dei legittimari sull'altare della certezza del diritto, ma ha operato un sapiente bilanciamento tra esigenze contrapposte. Come precisa il comunicato notarile, "non scompare però la tutela dei legittimari (coniuge, figli e, nei casi previsti, ascendenti) esclusi dalla donazione. Essi vantano comunque un diritto di credito nei confronti direttamente del donatario, pari alla parte lesiva della loro legittima".

Questo nuovo equilibrio rappresenta una scelta di civiltà giuridica che privilegia la certezza dei traffici senza annullare le ragioni della successione necessaria. Il legittimario leso conserva i propri diritti, ma questi si trasformano da diritti reali su beni specifici in diritti di credito verso il donatario, eliminando così l'incertezza che gravava sui terzi acquirenti.

L'Impatto sulla Giurisprudenza Consolidata

La riforma si inserisce in un contesto giurisprudenziale che aveva già evidenziato le criticità del sistema previgente. La Cassazione Civile nella sentenza n. 13243 del 2016 aveva chiarito che l'azione di riduzione delle donazioni lesive della legittima, proposta nei confronti del donatario non chiamato alla successione come erede, è inammissibile qualora il legittimario non abbia accettato l'eredità col beneficio d'inventario, circostanza rilevabile d'ufficio dal giudice.

Questa complessità procedurale, unita all'incertezza sostanziale sui diritti dei terzi, aveva creato un sistema farraginoso che la riforma finalmente semplifica.

La Corte d'Appello di Firenze nella sentenza n. 1650 del 2025 aveva evidenziato come "l'esercizio dell'azione può essere evinto dal contenuto complessivo dell'atto introduttivo del giudizio, anche in assenza di espressa indicazione nelle conclusioni", testimoniando la complessità interpretativa che caratterizzava il sistema previgente.

La Rivoluzione del Mercato del Credito

Uno degli aspetti più significativi della riforma riguarda l'impatto sul sistema creditizio.

Come sottolinea il comunicato notarile, "le banche potranno accettare senza problemi questi immobili come garanzia ipotecaria, rendendo meno complesso l'accesso al credito, soprattutto per le giovani coppie, le famiglie con redditi medi e gli imprenditori alle prese con la necessità di finanziamenti, senza esborso di ulteriori somme per garanzie accessorie".

Questa trasformazione rappresenta una vera e propria rivoluzione per il mercato immobiliare italiano. Prima della riforma, gli istituti di credito erano estremamente riluttanti ad accettare come garanzia ipotecaria immobili di provenienza donativa, proprio per il rischio di azioni restitutorie.

Questa situazione aveva creato un mercato a due velocità, con immobili "sicuri" facilmente ipotecabili e immobili "a rischio" che richiedevano complesse valutazioni e spesso costose polizze assicurative.

Le Implicazioni per la Pratica Professionale

Come avvocato che quotidianamente si confronta con le problematiche della circolazione immobiliare, posso affermare che questa riforma rivoluzionerà la pratica professionale.

Non sarà più necessario inserire nelle compravendite di immobili di provenienza donativa le tradizionali clausole di manleva e garanzia che caratterizzavano questi atti.

Non sarà più necessario effettuare complesse indagini sulla storia donativa dell'immobile.

La semplificazione si estende anche alla pratica notarile, che potrà finalmente redigere atti di compravendita di immobili donati con la stessa semplicità riservata agli immobili di diversa provenienza.

Questo si tradurrà in una riduzione significativa dei costi di transazione e dei tempi necessari per la conclusione degli affari.

La Gestione del Regime Transitorio

Il legislatore ha dimostrato particolare saggezza nella disciplina del regime transitorio.

Per le successioni aperte dopo l'entrata in vigore della riforma, si applica direttamente il nuovo regime senza possibilità di azione di restituzione contro i terzi acquirenti a titolo oneroso.

Per le successioni già aperte, il regime previgente continuerà a valere soltanto se, entro sei mesi dall'entrata in vigore, saranno notificati o trascritti atti di opposizione o domande giudiziali di riduzione.

Questa disciplina transitoria rappresenta un equilibrio intelligente tra l'esigenza di applicare immediatamente le nuove regole e quella di non pregiudicare situazioni giuridiche già consolidate.

Il termine di sei mesi offre ai legittimari eventualmente lesi un tempo ragionevole per valutare la propria posizione e decidere se avvalersi del regime previgente.

L'Evoluzione del Sistema delle Trascrizioni

La riforma incide anche sull'articolo 2652 del Codice Civile, spostando le domande di riduzione delle donazioni dal numero 8 al numero 1 e riducendo da 10 a 3 anni il termine per le disposizioni testamentarie.

Questa modifica contribuisce a rendere più rapida e certa la continuità delle trascrizioni, elemento fondamentale per la circolazione immobiliare.

Il nuovo sistema di trascrizioni rappresenta un ulteriore elemento di certezza, riducendo significativamente i tempi entro cui possono sorgere contestazioni e rendendo più prevedibili i rischi per gli operatori del mercato.

La sentenza del Tribunale di Catania n. 5931 del 2024 aveva evidenziato la complessità delle operazioni di riduzione quando più donazioni sono contenute nel medesimo atto, complessità che il nuovo sistema contribuisce a semplificare.

Le Ricadute sulla Pianificazione Patrimoniale

La riforma avrà un impatto significativo anche sulla pianificazione patrimoniale delle famiglie italiane.

La donazione, liberata dal peso dell'incertezza giuridica che la gravava, potrà finalmente esprimere appieno le proprie potenzialità come strumento di trasmissione generazionale della ricchezza.

Le famiglie potranno utilizzare la donazione con maggiore serenità, sapendo che i beni donati non saranno gravati da quell'alone di incertezza che ne limitava la commerciabilità.

Questo favorirà una maggiore mobilità patrimoniale e una più efficiente allocazione delle risorse, con benefici per l'intero sistema economico.

L'Armonizzazione con il Diritto Europeo

La riforma si muove nella direzione di un maggiore allineamento con i principi del diritto europeo, che privilegia la certezza dei traffici giuridici e la tutela dell'affidamento dei terzi.

Il principio dell'apparenza e della buona fede nell'acquisizione dei diritti trova ora piena applicazione anche nel settore delle donazioni, eliminando una delle principali anomalie del nostro ordinamento rispetto agli standard europei.

Questa armonizzazione rappresenta un passo importante verso la costruzione di un mercato unico europeo degli immobili, dove la certezza giuridica costituisce il presupposto essenziale per la libera circolazione dei capitali e delle persone.

Le Prospettive Future

La riforma delle donazioni rappresenta solo l'inizio di un processo di modernizzazione del diritto civile italiano che dovrà necessariamente proseguire nei prossimi anni. Altri settori del diritto successorio necessitano di interventi analoghi, per eliminare quelle incertezze e quelle complessità che frenano lo sviluppo economico e sociale del Paese.

L'auspicio è che il legislatore continui su questa strada, affrontando con la stessa determinazione altre problematiche che affliggono il sistema giuridico italiano.

La certezza del diritto non è un lusso per giuristi, ma una necessità per cittadini e imprese che hanno bisogno di regole chiare e prevedibili per pianificare il proprio futuro.

Il Diritto che Cambia, la Professione che si Evolve"

Mentre la neve continua a cadere sulle valli cuneesi, avvolgendo nel silenzio questi pensieri, non posso fare a meno di riflettere su come questa riforma rappresenti un momento di svolta per la nostra professione. Come avvocati, siamo chiamati a essere interpreti e custodi del diritto, ma anche promotori del suo continuo rinnovamento.

La riforma delle donazioni dimostra che il diritto può e deve evolversi per rispondere alle esigenze della società contemporanea.

Non si tratta di tradire la tradizione giuridica, ma di farla vivere e prosperare in un mondo che cambia. Il Codice Civile del 1942, pur nella sua grandezza, portava con sé le tracce di un'epoca diversa, di una società meno dinamica e mobile di quella attuale.

Oggi, finalmente, il diritto delle donazioni si è liberato dalle catene del passato per abbracciare le esigenze del presente.

Chi acquista un immobile con provenienza donativa avrà maggiore sicurezza giuridica e non rischierà di vederselo sottrarre a distanza di anni.

Le banche potranno accettare senza problemi questi immobili come garanzia ipotecaria.

Le famiglie potranno pianificare con maggiore serenità la trasmissione del proprio patrimonio.

Una riforma che rafforza la certezza del diritto e la tutela dell'affidamento.

È questo il diritto che vogliamo: un diritto che protegge senza paralizzare, che tutela senza discriminare, che garantisce senza ostacolare.

La neve delle valli cuneesi continuerà a cadere, coprendo con il suo manto candido le tracce dei villeggianti.

Ma il diritto, come la vita, deve guardare avanti, verso un futuro di maggiore certezza e giustizia. E questa riforma rappresenta un passo importante in quella direzione.

Erik Stefano Carlo Bodda è avvocato del Foro di Torino, ha maturato una significativa esperienza nella gestione di controversie ereditarie e nella consulenza per operazioni immobiliari complesse.

Nelle pause dalla professione, ama ritirarsi nelle valli cuneesi per riflettere anche sulle grandi trasformazioni del diritto.


Foto: 123rf.com
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