La Commissione UE, senza voler stravolgere il concetto di famiglia dei vari Stati UE, ha presentato un progetto di regolamento con cui si vogliono tutelare i diritti dei figli delle coppie omosessuali

Progetto di regolamento UE per tutelare i figli delle coppie gay

La Commissione Europea, nell'ottica di proteggere i diritti fondamentali dei figli delle coppie omosessuali nel momento in cui si spostano da un paese membro UE all'altro per motivi di viaggio o di di residenza, ha presentato un progetto di regolamento.

I diritti riguardano principalmente la libera circolazione, la materia successoria, gli alimenti, le questioni scolastiche o sanitarie e la custodia.

Con la proposta di regolamento si chiede agli Stati UE di riconoscere le famiglie omogenitoriali in tutti gli Stati se almeno uno Stato le riconosce per dare modo ai bambini di vedere garantiti i loro diritti fondamentali.

Se quindi una bambina nasce in un paese UE come la Germania ad esempio da due madri, quella bambina dovrà essere considerata figlia delle due madri anche in Francia e così via…

Si vuole introdurre a tal fine un certificato di genitorialità europeo per fare in modo che i diritti dei minori, figli di coppie omosessuali, vengano riconosciuti e tutelati fin da subito, senza la necessità di dover ottenere un provvedimento amministrativo o giudiziario.

Il testo, nella forma del regolamento, se dovesse essere approvato, sarà direttamente applicabile, senza necessità di recepimento da parte delle normative interne. Il testo però dovrà passare il vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio, che sullo stesso dovrà esprimersi all'unanimità.

Il Commissario Reynders chiarisce che con questa normativa non si vuole sovvertire il modo con cui alcuni Stati UE concepiscono la "famiglia". Si tratta solo di mettere al primo posto i bambini e i loro diritti e se il diritto europeo non può disciplinare il diritto di famiglia, può regolamentare però il diritto di circolazione.

Felici ovviamente tutte le associazioni della Ilga, in disaccordo invece il vescovo di Ventimiglia che non ha mancato di rimarcare che la famiglia è quella composta da un uomo e da una donna sposati che generano figli.

Trattasi senza dubbio di un regolamento che non sarà ben visto da Polonia e Ungheria, contrarie al riconoscimento dei diritti delle persone Lgbt. Altri paesi UE invece, più aperti, che già riconoscono alle coppie omosessuali la maternità surrogata e l'adozione, non avranno problemi nell'attuare il regolamento, una volta in vigore.


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