Chi sceglie di aderire all'opzione donna deve accettare anche una riduzione permanente del proprio assegno pensionistico, in alcuni casi significativa

di Valeria Zeppilli - L'opzione donna permette alle lavoratrici di anticipare la pensione e collocarsi a riposo dal lavoro già a 58 o 59 anni di età, a seconda che si tratti, rispettivamente, di dipendenti o autonome.

Ma la tentazione può essere assecondata solo una volta che si è perfettamente consapevoli di tutti i pro e i contro di una simile scelta. Infatti, chi decide di aderire all'opzione donna deve accettare anche una decurtazione dell'assegno pensionistico che si andrà a percepire, che in alcuni casi può risultare anche decisamente significativa.

Opzione donna: calcolo dell'assegno

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Le regole di calcolo dell'assegno spettante a coloro che accedono a tale forma di pensionamento anticipato, infatti, sono quelle del sistema contributivo, di cui al decreto legislativo numero 180/1997.

E ciò vale per tutte: anche le donne che abbiano maturato contribuzione prima del 31 dicembre 1995, ovverosia prima del passaggio dal calcolo retributivo al calcolo contributivo, vedranno il proprio assegno definito comunque integralmente con tale secondo metodo.

Quanto è ridotto l'assegno pensionistico

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In termini pratici, la riduzione dell'assegno pensionistico per chi aderisce all'opzione donna si aggira di norma attorno al 20-30% e può arrivare addirittura al 40% se le lavoratrici avrebbero altrimenti diritto al calcolo dello stesso con metodo retributivo o misto, con la conseguenza che la penalizzazione è maggiore per tutte le donne che hanno messo da parte una fetta significativa di contributi calcolati con il sistema contributivo, avendo fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro quando erano molto giovani.

Quando conviene l'opzione donna

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L'opzione donna, quindi, dal punto di vista strettamente economico spesso non si rivela del tutto conveniente e tale circostanza può scoraggiare molte lavoratrici dall'aderirvi.

In linea generale, però, è bene tenere conto che se, tramite essa, è possibile anticipare la pensione di almeno otto anni, il trattamento che nel complesso si percepirà in questo periodo permetterà di ammortizzare la perdita (che comunque proseguirà per tutta la durata della pensione).

Insomma: il consiglio per tutte è quello di valutare ogni circostanza rilevante nella scelta di aderire o meno all'opzione donna, anche con la calcolatrice alla mano e facendosi aiutare da un patronato, un caf o un consulente del lavoro.


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Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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