
Sia la legislazione nazionale sia le fonti internazionali cercano di tutelare i bambini e i ragazzi dalla pornografia, come possibili soggetti attivi o passivi.
La storica Lucetta Scaraffia denuncia: "[…] siamo comunque circondati da manifesti che ci invitano a comprare oggetti di ogni genere, propagandando ogni tipo di prodotto allo stesso modo, cioè con giovani donne molto sexy e poco vestite che promettono implicitamente un orgasmo a chi acquisterà il prodotto in questione. Perché oggi ogni forma di soddisfazione di un desiderio acquista subito una forma sessuale, per essere convincente la pubblicità lo deve apparentare a quella soddisfazione lì. Suggerendo sottilmente l'idea che il piacere provato nell'acquisto supera di molto quello di tipo erotico e ha il vantaggio, a differenza di quest'ultimo, di essere accessibile a persone che per età o motivi vari si vedono preclusa la soddisfazione erotica". Il sesso fa parte della persona, completa la persona, fa emozionare ed esprimere la persona, invece la pornografia è mercificazione, reificazione, volgarizzazione, brutalizzazione del sesso e conseguentemente della persona.
La sessualità non è né pornografia né virtualità, né sessuomania né sessuofobia, ma personalità, linguaggio e comunicazione, dire e dare di sé. Gli adulti devono educare a questo - e forse più che in altri campi - con l'esempio della loro vita. La sessualità è componente di quello sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale che deve essere garantito ad ogni fanciullo (art. 27 Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia), che deve essere garantito ancor di più a fronte di stimoli e insidie che possono provenire dal web.
Come mette in guardia l'economista gesuita GianPaolo Salvini: "Particolare importanza riveste tutto il mondo del web, perché è ovvio che gli e le adolescenti utilizzano la rete anche per conoscersi e per sperimentare la propria sessualità, pensando di poter gestire anche l'interazione sessuale con persone sconosciute, con conseguenze a volte molto dolorose, anche perché non sempre l'adulto rivela la propria identità o le proprie intenzioni. L'avvento degli smartphone ha messo a disposizione di tutti/e questo mondo di possibilità, ma non tutti/e dispongono delle competenze digitali necessarie per utilizzare gli strumenti e le possibilità a disposizione, massimizzando i benefici e minimizzando i rischi".
Massimizzare i benefici e minimizzare i rischi a tutela della salute propria e altrui, ciò che si legge anche in "Creare ambienti favorevoli" della Carta di Ottawa per la Promozione della Salute: "Le nostre società sono complesse e interdipendenti, e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi. Gli inestricabili legami che esistono tra le persone e il loro ambiente costituiscono la base per un approccio socio-ecologico alla salute. Il principio guida […] è la necessità di incoraggiare il sostegno e la tutela reciproci: prendersi cura gli uni degli altri, delle nostre comunità e del nostro ambiente naturale". L'adolescenza, date le sue peculiarità, richiede ancor di più "un approccio socio-ecologico alla salute". Gli esperti riferiscono: "Donald Hilton Jr, della University of Texas Health Science Center, ha parlato dell'influsso della pornografia sul funzionamento del cervello: quanto prima il bambino è esposto a immagini pornografiche, tanto prima sarà influenzato da un determinato immaginario, sopraffatto da emozioni che non è in grado di elaborare e digerire. Da questo punto di vista, è interessante notare come l'adolescenza inizi con sempre maggiore anticipo. […] per contro, lo sviluppo del cervello e del senso di responsabilità continua a seguire le consuete tempistiche, quando addirittura non risulta posticipato: si registra cioè una maturità del corpo molto precoce, alla quale non corrisponde la maturità relazionale e cognitiva, la consapevolezza della propria identità e della propria vita sessuale. Questo contrasto è preoccupante, perché i minori agiscono sessualmente, ma non si rendono conto di ciò che stanno facendo. Il nostro compito deve essere quello di favorire una maggiore integrazione tra lo sviluppo fisico e l'etica"[2].
Lo psicoterapeuta Alberto Pellai spiega: "La pornografia fornisce un'eccitazione immediata, ma svuota la sessualità di ogni significato emozionale e relazionale. La trasforma in un'attività orientata unicamente alla ricerca di un piacere immediato dove l'altro non è un soggetto da amare, bensì un oggetto da usare. Noi padri abbiamo il dovere di condurre una vita "porn-free", così da testimoniare ai nostri figli che, pur di fronte a un'offerta sempre più smisurata e accessibile di materiale vietato ai minori, siamo in grado di gestire la nostra sessualità orientandola a valori e significati che non rispondono a principi puramente pulsionali e istintuali". I padri hanno un ruolo fondamentale, anche nell'educazione sessuale e nella prevenzione dell'uso di pornografia e dell'eventuale dipendenza da quella online (sempre più diffusa), perché l'educazione è esempio, è essere ed esserci. La paternità è etimologicamente, ontologicamente e antropologicamente in contrasto con la pornografia in senso lato. La paternità così intesa consente e favorisce il rispetto dei diritti della bambina, come formulati nella Nuova Carta dei diritti della bambina, approvata il 30 settembre 2016 (in particolare negli articoli 2 e 9), e specularmente quelli del bambino. L'art. 2 della nuova Carta dei diritti della bambina recita: "Ogni bambina ha il diritto di essere tutelata da ogni forma di violenza fisica o psicologica, sfruttamento, abusi sessuali e dalla imposizione di pratiche culturali che ne compromettano l'equilibrio psico-fisico"; e l'art. 9: "Ogni bambina ha il diritto di non essere bersaglio, né tanto meno strumento, di pubblicità per l'apologia di tabacco, alcol, sostanze nocive in genere e di ogni altra campagna di immagine lesiva della sua dignità". La pornografia è anche una violazione delle donne bambine, nella loro immagine e integrità presente e futura. "Mary Anne Layden, della University of Pennsylvania, ha fatto notare che la pornografia veicola immagini di una relazione tra i sessi che mostra un maschio dominante e una femmina sottomessa, che invia un messaggio secondo il quale alla donna piacerebbe essere umiliata, soffrire; la diffusione della pornografia ha innescato il diffondersi di pratiche sessuali che infliggono dolore alla donna"[3].
Il sociologo Francesco Belletti dichiara: "Alle nuove generazioni serve un accompagnamento educativo, relazionale, ma la vera sfida è offrire una diversa visione della persona e della sessualità, soprattutto agli adolescenti. Non ci si può limitare ad offrire pur importanti indicazioni tecniche-illustrative, quasi manualistiche (come funzionano gli organi sessuali, come non contrarre malattie sessuali, come non avere gravidanze indesiderate…), ma serve la riscoperta della bellezza e della potenza della sessualità come sfera espressiva suprema della persona, come ponte relazionale con l'altro, come codice comunicativo di dono e di legame reciproco. Serve educare i sentimenti, gli affetti, i progetti, insieme alle relazioni erotiche e genitali. Perché «fare l'amore» è prima di tutto abbracciare completamente l'altro, donando se stesso. E questo bisogna comunicare, contro una cultura consumistica che rischia di incenerire la bellezza della sessualità in un consumo egoistico, fine a se stesso, che lascia, in ultima analisi, solo l'«amaro in bocca»"[4]. Con i giovani bisogna usare un linguaggio chiaro, diretto, essenziale e che li desti, che li colpisca non per farli affondare ma per farli approfondire, che susciti la curiosità ma non (solo) i pruriti: così per il sesso. Quella chiarezza di linguaggio che emerge dalla Carta europea dei diritti del fanciullo (Risoluzione A3-0172/92) nel punto 8.32: "il fanciullo dovrà esser protetto dalle malattie sessuali e ricevere a tal fine le necessarie informazioni; inoltre deve avere accesso all'educazione in materia sessuale e all'assistenza medica necessaria anche per quanto riguarda le misure intese al controllo delle nascite, nel rispetto delle convinzioni filosofiche e religiose". "Educazione in materia sessuale", perché la componente sessuale è materia (da "mater") di vita e riguarda la sfera più intima e nobile dell'essere umano tanto che nell'atto normativo si parla di convinzioni filosofiche e religiose (si pensi anche al significato etimologico di "vagina" che deriverebbe da "vaso" o "vuoto"). La pornografia è il contrario delle "necessarie informazioni", è un "buco nero" che annulla e ingurgita tutto. Emblematiche le parole del filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti: "I giovani anticipano i rapporti sessuali ed estinguono il desiderio che, poi, bisogna sostituire con un altro tabù, che è la droga. […] La pornografia è depressiva perché non si ha quello che si vede, la sovrabbondanza delle immagini fa venire la nausea e spegne il desiderio"[5].
La sessualità non è solo corpo, ma corporeità, è una dimensione ultrasensoriale, aspaziale, atemporale in cui ci si innesta, ci si sublima, ci si incontra negli abissi delle emozioni più recondite e ignote, è toccare l'infimo (nel senso letterale e non negativo), l'intus e l'inter dei corpi, oltre i corpi, come nel gruppo marmoreo "Amore e Psiche" di Antonio Canova, è un canale per "esplorare l'universo sconfinato delle passioni umane" (cit.). La pornografia, perciò, non è solo violazione della normativa nazionale (per esempio artt. 600 ter e ss. cod. pen.) e di quella internazionale (tra cui il Protocollo opzionale concernente la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini del 2000 e ratificato in Italia nel 2002) ma violazione del bello e nei confronti dei bambini è violazione di quanto previsto nel Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia: "[…] il fanciullo per il pieno ed armonioso sviluppo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare, in un'atmosfera di felicità, amore e comprensione". E la pornografia è il contrario di pienezza ed armonia. "Armonia", significa disposizione, proporzione, derivante dal greco "armozein", connettere, collegare, a sua volta da una radice ar- che indica unione, disposizione, comune anche ad "arte" e "aritmetica". "Non è solo una concordia emozionale ed intima; non solo un'unità di intenti, un'alleanza; non solo una proporzione raffinata, una disposizione accurata. L'armonia è l'incastro perfetto di travi che assembla uno scafo completo, uno scafo che ha un fine, capace di muoversi in mare" (cit.). La vita è armonia e l'armonia è principio di vita. È essenziale educare al bello, educare a cercare la propria parte migliore e potenziarla, esaltarla ed esternarla muovendosi nel mare della vita.
[1] Dal "RAPPORTO 2019 MOIGE. VENDUTI AI MINORI. Indagine sull'accesso dei minori ad alcol, tabacco, cannabis, azzardo, pornografia e videogiochi 18+", gennaio 2019, p. 192
[2] Dagli atti del Congresso internazionale, presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma dal 3 al 6 ottobre 2017 in "La dignità dei minori nel mondo digitale" su "La Civiltà Cattolica" del 18 novembre/2 dicembre 2017, n. 4018, p. 336
[3] Dagli atti del Congresso internazionale, presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma dal 3 al 6 ottobre 2017 in "La dignità dei minori nel mondo digitale" su "La Civiltà Cattolica" del 18 novembre/2 dicembre 2017, n. 4018, p. 335
[4] F. Belletti in "Educazione sessuale? Oggi la impartisce Internet" del 21-02-2019
[5] U. Galimberti nella Lectio magistralis sull'amore, a Matera il 9 marzo 2019