Breve vademecum sul come organizzare un ricorso per chiedere l'annullamento di un'ordinanza di revoca della licenza di porto di fucile uso tiro a volo
Avv. Francesco Pandolfi - In caso di revoca della licenza di porto di fucile uso tiro a volo, i motivi del "no" spiegati dalla Questura all'interessato non possono spingersi oltre la soglia borderline.

In pratica, non possono arrivare a dare un peso eccessivo a ruolo e condotta (magari macchiata da qualche modesto precedente penale) di un convivente.

La circostanza

La casistica è ampia e diversificata.

Qui potrebbe essere preso come spunto il classico caso di chi, munito della licenza di cui si parla, convive con una persona deferita all'A.G. per alcuni reati.

Quasi applicando una sorta di automatismo discrezionale, il Ministero dell'Interno può essere indotto a ritenere che una situazione di questo tipo finisca per contaminare il convivente titolare della licenza.

In altri termini: potrebbe arrivare a dire che, benchè il diretto interessato sia persona esente da mende, tuttavia non può assicurare che non nasca un qualche pericolo (anche solo potenziale) di abuso dell'arma da parte del familiare convivente, il quale potrebbe a sua volta disporne per fini illeciti.

Revoca licenza: l'onere della prova della buona condotta

Al verificarsi di un simile diniego, un primo rimedio da utilizzare nell'eventuale ricorso è il seguente: non è il beneficiario a dover spiegare la propria buona condotta, ma al contrario è l'Amministrazione ad essere onerata della dimostrazione degli elementi ostativi al rilascio e/o al mantenimento del provvedimento.

Revoca licenza: difetto di motivazione

Un secondo possibile argomento difensivo da utilizzare nel ricorso è questo: è insufficiente il semplice riferimento a qualche iscrizione pregiudizievole a carico del familiare convivente (ritenuto pericoloso).

Revoca licenza: eccesso di potere

Un ulteriore argomento per difendersi nella causa contro il diniego è il seguente: la pretesa pericolosità del convivente è una congettura che non tiene conto della modesta rilevanza criminale dei procedimenti penali che lo riguardano.

La soluzione

Da una causa di questo tipo ci si deve aspettare un esito favorevole per il ricorrente che agisce contro la Questura, chiedendo l'annullamento della revoca della licenza.

Detta così può sembrare cosa strana, dal momento che è ben nota la portata della discrezionalità amministrativa in questa materia e, per converso, dello spazio di manovra non proprio esteso accordato ai giudici.

Tuttavia, una cosa è certa: se il provvedimento poggia su elementi non riconducibili o imputabili all'interessato, la motivazione non è idonea a dimostrare l'esistenza dei presupposti voluti dalla Legge per il diniego.

Infatti il pericolo di abuso delle armi, così immaginato, appare scisso dai requisiti di idoneità morale e fisica richiesti al titolare per il rilascio e per il mantenimento della licenza.

La guida dell'avvocato

La materia del diritto amministrativo delle armi richiede l'affiancamento di un difensore specializzato, che sappia orientare il suo cliente guidandolo verso la soluzione migliore quando si presenta un caso di questo tipo.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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