Una sentenza del giudice di pace di Vallo della Lucania che ha accolto il ricorso di un giovane che aveva acquistato 255 tagliandi perdendo sempre

di Gabriella Lax - Per quasi un anno, ogni giorno, ha tentato invano la fortuna acquistando "gratta e vinci". Ora un giudice ha deciso che lo sfortunato giocatore dovrà essere risarcito. Protagonista di questa vicenda, riportata dal Messaggero, un 29enne salernitano che ha rischiato di rovinarsi per la mania del gioco e che ha trascinato in tribunale lotterie nazionali e monopoli di Stato.

L'uomo sarà risarcito e otterrà il corrispettivo speso per l'acquisto dei 255 tagliandi.

Secondo l'articolo 7 del decreto Balduzzi (al fine di tutelare la salute del giocatore) sui biglietti di gioco devono figurare "formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in danaro" e "le relative probabilità di vincita". In mancanza di tali "avvertenze" il contratto di acquisto con le lotterie nazionali può ritenersi nullo.

Da qui la decisione del giudice di pace di Vallo della Lucania che ha accolto, con sentenza immediatamente esecutiva, il ricorso del giocatore, rappresentato e difeso dall'avvocato Paolo Siniscalco.

"I biglietti, acquistati presso ricevitorie autorizzate - è scritto nella motivazione - non recavano l'indicazione della probabilità di vincita e l'avvertenza sul rischio di dipendenza dalla pratica dei giochi con vincite in danaro". Per cui dalla violazione della norma del decreto Balduzzi discende la nullità del contratto di acquisto. "La norma in questione è stata emanata a tutela della salute pubblica - evidenzia il giudice di pace nella decisione, tanto da essere inserita in un decreto recante - disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute".

Nella vicenda, erano sotto accusa anche i monopoli di Stato, estromessi dal giudizio perchè, secondo il giudice non avrebbero "rivestito la qualità di contraente nel rapporto intrattenuto dall'attore che, in qualità di acquirente dei tagliandi, ha concluso un contratto solo ed esclusivamente con il soggetto gestore e, quindi, con le lotterie nazionali".

Spetterà a queste ultime quindi risarcire i tremila euro al giocatore sfortunato, il quale non è l'unico a trovarsi in una situazione simile. "Abbiamo già avuto una decina di sentenze favorevoli con il rimborso dei soldi spesi" rivela all'Adnkronos l'avvocato Siniscalco, che spiega: "non conta il numero di tagliandi acquistati, ne bastano anche 2 o 3 'non a norma'". E nella zona, sembra siano già partite oltre 40 cause, per le quali si attendono gli esiti, ma la questione si sta "allargando - anche - al Nord, a Roma e a Bologna". Tuttavia, se qualcuno sta già pensando di trascinare in causa lo Stato per i Gratta e Vinci sfortunati, ci pensi bene perché, nel frattempo, avvisa il legale "in seguito alle sentenze, i tagliandi sono cambiati e ora riportano la dicitura prevista dalla legge". Non tutti però. "Ce ne sono ancora in giro - conclude - non adeguati alla normativa di prevenzione della ludopatia".


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