Una sintesi del Rapporto 2016 del giudice contabile sulla finanza pubblica italiana

di Roberto Paternicò - Le Sezioni riunite della Corte dei Conti, in sede di controllo, hanno presentato il "Rapporto 2016 sul coordinamento della finanza pubblica".

La Corte argomenta:"… la necessità di mantenere i saldi di finanza pubblica su un percorso di rientro del debito e di riduzione della pressione fiscale richiede l'assunzione di non semplici scelte sul fronte della spesa pubblica e sul sistema di intervento nell'economia a favore di famiglie e imprese. E' in questo quadro che l'attenzione prestata ai livelli di indebitamento, certo rispondente a una logica di semplificazione di regole che devono valere per un insieme ampio e soprattutto disomogeneo di Paesi, non deve impedire di articolare la discussione sulle molte innovazioni che hanno caratterizzato la gestione del bilancio pubblico italiano in questi anni di crisi economica. Proprio su questo si concentra l'analisi del Rapporto, che vuole offrire alla discussione di politica economica elementi di valutazione sulla composizione del bilancio, sulle dinamiche sottostanti i grandi aggregati di spesa ed entrata, sulle istituzioni che presiedono al coordinamento della finanza pubblica sul territorio nazionale……. Prioritario sembra, dunque, valutare quali di queste trasformazioni sia utile rafforzare e quali sia invece opportuno rivedere, perché, oltre alle dimensioni del disavanzo, contano le grandi scelte su cui si incardina il bilancio pubblico. "

Il 2016, dunque, ha ricevuto in eredità un sistema fiscale che soffre di vincoli stringenti. E' in questo quadro che si collocano le sfide che la politica fiscale dovrà affrontare per continuare nel percorso di sostegno alla crescita con interventi di riduzione della pressione fiscale e per contribuire al superamento delle clausole di salvaguardia poste a garanzia dei conti pubblici.

Alla fine del 2015, la pressione fiscale è stata del 43,3 per cento (tre punti superiore al livello di inizio secolo e quattro punti oltre quello medio UE). Nella distribuzione del prelievo si segnala un onere a carico dei fattori produttivi (redditi da lavoro e di impresa).

In particolare, l'Italia è:

- al secondo posto quanto a prelievo gravante sui redditi da lavoro (con il 42,8 per cento, quasi otto punti oltre la media europea);

- al terzo posto in quello sui redditi d'impresa (circa il 26 per cento, ossia ben oltre il 50 per cento della media UE);

- al ventiduesimo posto (con il 17,7 per cento) nel prelievo sui consumi, quasi 4 in meno rispetto alla UE;

- al quarto posto sia nel prelievo sugli immobili che in quello gravante sull'energia.

Vengono, poi, trattati i vari aspetti della finanza pubblica per:

- intervenire sulla qualità della spesa pubblica;

- ridisegnare le strutture della Pubblica Amministrazione;

- riflettere sulla spesa per previdenza ed assistenza;

- rivisitare le regole per le Regioni e gli Enti Locali;

- risanare il settore sanitario.

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