Non è questione di malafede. I ricordi si deteriorano con il trascorrere del tempo e possono essere modificati dal sopraggiungere di nuove informazioni

di Redazione - Cattive notizie per il mondo del diritto: se in molti casi si fa affidamento sulle deposizioni testimoniali per stabilire quella "verità processuale" da porre alla base delle sentenze, ora la scienza ci invita a rifletterese è passato troppo tempo dai fatti (come fin troppo spesso accade nelle aule di giustizia) i testimoni possono avere ricordi distorti della realtà

Insomma essere stati testimoni oculari di un fatto giuridicamente rilevante non basta per garantire la veridicità del proprio racconto. E non è questione di buonafede o di malafede, è qualcosa che ha a che fare con il funzionamento del nostro cervello.


Secondo quanto emerge da una serie di studi condotti presso l'Iowa State University degli Stati Uniti, ad esempio, un ricordo può risultare alterato se poco dopo si aggiungono informazioni nuove o diverse.


Durante un esperimento è stato chiesto ai partecipanti di guardare un filmato in cui un terrorista, in un aereo, usava una siringa per attaccare uno steward. Successivamente veniva mostrato un riassunto in cui però venivano mostrati dettagli differenti come ad esempio il fatto che il terrorista avesse usato una pistola elettrica invece che una siringa. Ed è proprio sui dettagli che le testimonianze sono risultate confuse.


Immaginiamo cosa potrebbe accadere se un testimone, dopo aver assistito a uno scippo dovesse vedere in un film una scena analoga. Le nuove informazioni rischiano di interferire con il suo ricordo e imprimere nella memoria dettagli diversi da quelli realmente accaduti.

Ma ciò che dovrebbe destare maggiore preoccupazione nel settore legale è il fattore tempo. E' questo infatti che incide profondamente sulla precisione dei ricordi dato che la memoria memoria di un evento ne può risultare "danneggiata" o "distorta".

E' molto difficile che un testimone possa ricordare a distanza di uno o due anni, tutti i particolari di un fatto e spesso in sede processuale sono proprio i particolari a fare la differenza.

Anche la presenza sul luogo di un incidente stradale o sulla scena di un crimine con il tempo non è più garanzia di attendibilità, giacché è la nostra memoria che trasforma e distorce i ricordi sia pur nella più completa buona fede.

Insomma l'inattendibilità del ricordo è un fattore intrinseco: i dettagli si dimenticano o si distorcono perché la loro "impronta" nel nostro cervello si dissolve con il passare del tempo. 

 

E a mettere in dubbio l'attendibilità del ricordo c'è anche il meccanismo della "repressione": alcuni particolari inquietanti potrebbero essere dimenticati in modo incosciente.  E' la memoria in questo caso che ci inganna e che adatta i ricordi a ciò che inconsciamente desideriamo. 

Torna così di estrema attualità la locuzione latina "Testis unus, testis nullus" ossia "un solo testimone, nessun testimone".


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