di Valeria Zeppilli - Con l'arrivo del mese di dicembre, si sa, la testa di molti italiani decide di "entrare in stand by". O meglio preferisce dimenticare lavoro e scadenze per dedicarsi allo shopping natalizio e ai consueti eccessi alimentari.
Non sono pochi quelli che presi dalla magica atmosfera natalizia dimenticano che, proprio nel mese di Dicembre ci sono le famigerate scadenze fiscali che se proprio non riescono a farci andare di traverso il panettone, ci lasciano con una punta di amaro in bocca e, soprattutto, con le tasche vuote.
Nel 2015, entro il 16 dicembre, abbiamo dovuto pagare il saldo di Imu e Tasi.
Nello stesso termine i sostituti di imposta hanno dovuto provvedere al pagamento dell'Irpef e i successori delle persone che siano decedute successivamente al 16 febbraio scorso l'Irap.
Sempre entro il 16 dicembre, infine, doveva essere versata l'IVA da parte di coloro che la liquidano mensilmente, mentre potranno aspettare il 28 dicembre per versare l'acconto coloro che sono nel regime ordinario.
Proprio quest'ultima data è anche quella entro la quale vanno presentati gli elenchi Intrastat da parte degli operatori intracomunitari.
Infine, non pochi sono i Comuni che hanno fissato a dicembre il pagamento della Tari.
Insomma, se la christmas atmosphere ci aveva reso felici facendo riemergere in tanti quella innata indole di shopaholic, a mettere un freno ai nostri entusiasmi ci ha pensato il Fisco ricordarci che non possiamo spendere proprio tutto e che lo stato è li pronto a battere cassa!
Ciò nonostante ogni anno c'è sempre chi lascia decorrere queste odiose scadenze, vuoi per un inconscio meccanismo di rimozione, vuoi perché le banche (anche loro) vanno in vacanza e alcuni pagamenti possono slittare di qualche giorno.
Se in via generale pagare le tasse in ritardo, anche se per colpa delle festività, non può che comportare delle penali, non sono mancati, casi in cui la giurisprudenza si è mostrata più clemente e flessibile.
Nel 2013, infatti, con la sentenza numero 86, la commissione tributaria provinciale di Treviso ha esonerato dal pagamento delle sanzioni un anziano contribuente che aveva saldato in ritardo le sue imposte a causa delle festività.
Proprio per via del Natale, infatti, l'istituto di credito al quale l'uomo si era rivolto aveva registrato il pagamento tramite f24 in ritardo rispetto alla scadenza prevista per saldare quanto dovuto al fisco.
In assenza dell'elemento soggettivo, e stante la scarsa dimestichezza con le regole bancarie, l'uomo si è tuttavia salvato dalle sanzioni.
Se qualche volta lo spirito natalizio colpisce anche il cuore di qualche magistrato, ciò non può di certo farci stare tranquilli: il pagamento in ritardo delle tasse non trova giustificazioni "festive".
E allora non resta che fare "buon viso a cattivo gioco" perché si sa, ogni Natale, anzi "ogni maledetto Natale", ci sarà sempre qualche scadenza fiscale...!