La Corte di Cassazione, con sentenza n. 19413 del 23 settembre 2011, ha affermato che il demansionamento è fonte non solo di danno patrimoniale, ma anche di danno non patrimoniale inerente la persona del lavoratore complessivamente intesa. Il caso preso in esame dalla Suprema Corte vede protagonista un dipendente bancario ultracinquantenne che aveva richiesto il "risarcimento del danno alla figura e capacità professionale", lamentando una "umiliazione subita per anni". La Suprema Corte ritiene corretta la decisione della corte di merito secondo la quale il ricorrente, ha inteso non solo richiedere il danno patrimoniale inerente il mancato riconoscimento della categoria quadri, ma anche il danno non patrimoniale conseguente il prolungato demansionamento
. La Corte territoriale, affermano i giudici di legittimità, ha adeguatamente e congruamente valutato la mancata predisposizione di adeguate iniziative di aggiornamento per il dipendente che, essendo ultracinquantenne si riteneva prossimo alla pensione, i vari periodi di inoperosità in cui il ricorrente fu lasciato presso la Banca, il lunghissimo (circa dieci anni) demansionamento, pervenendo così alla liquidazione del danno non patrimoniale.

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