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Interferenze illecite nella vita privata: basta la querela del marito

Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 18058/2003) fornendo alcune delucidazioni in merito al reato previsto e punito dall'art. 615 bis cod. pen.
Per perseguire penalmente chi ha fotografato una donna intenta nelle faccende domestiche è sufficiente la querela sporta dal marito. Lo ha stabilito la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 18058/03) fornendo alcune delucidazioni in merito al reato previsto e punito dall'art. 615 bis cod. pen. (Interferenze illecite nella vita privata). I Giudici di Piazza Cavour hanno infatti precisato che la scelta del legislatore di inserire questa nuova figura criminosa tra i delitti contro la inviolabilità del domicilio è stata dettata dall'esigenza di "aggiornare" al rapido processo tecnologico l'area della rilevanza penale per i fatti lesivi della libertà personale altrui. Tale collocazione, inoltre, appare coerente con la ratio del reato medesimo che è quella di rafforzare la tutela della riservatezza nei luoghi di privata dimora. In particolare, nell'ambito del bene tutelato deve sicuramente ricomprendersi la riservatezza nell'ambito dei momenti tipici della vita familiare, inclusa la stessa tranquillità e la pax domestica che naturalmente si caratterizza nel diritto dell'individuo a mantenere un riserbo interno al nucleo famigliare.
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Data: 31/07/2003
Autore: Roberto Cataldi