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Fumo passivo sul posto di lavoro

La tutela della salute del lavoratore tra normativa italiana e programmi europei


di Annamaria Villafrate - Alla tutela dei lavoratori costretti a respirare il fumo dei colleghi sui luoghi di lavoro ci pensa l'Europa.

Divieto fumo: l'impegno europeo

Il responsabile del gruppo di lavoro che ha compiuto la ricerca finanziata dalla Commissione Europea all'interno del programma "Horizon 2020" ritiene però che c'è ancora molto da fare. In Europa infatti i Paesi non sono allineati sulla normativa antifumo sul posto di lavoro. A esempi di virtù come Gran Bretagna, Irlanda, Grecia, Cipro e Svezia si contrappongono paesi che pare non abbiano altrettanto a cuore la salute dei lavoratori.

Fumo passivo: la legislazione in Italia

In Italia le leggi per tutelare la salute dei dipendenti non mancano, peccato però che le lacune legislative permettono ai fumatori più accaniti di trovare sempre il modo di farla franca. Insomma, pare proprio che i fumatori non si lascino spaventare da nulla, neppure quando la Cassazione (sentenza n. 23862/16 del 23.11.2016) si pronuncia a favore del licenziamento del dipendente che, senza curarsi della salute dei colleghi e del pericolo che crea all'azienda, si ostina a fumare, infischiandosene persino dei richiami dei superiori.

La legge n. 3/2003 che si occupa di tutelare la salute dei non fumatori sui luoghi di lavoro e nei luoghi pubblici ha previsto l'estensione del divieto di fumo a tutti gli ambienti chiusi, pubblici e privati, compresi studi professionali, uffici, ristoranti, bar ed esercizi commerciali. Insomma si può fumare solo all'interno della propria abitazione e in locali destinati esclusivamente ai fumatori.

Il decreto legislativo n. 6/2016, che ha recepito la direttiva 2014/40/UE invece è andata oltre, regolamentando, tra l'altro, ogni aspetto (produzione, ingredienti, confezione, pubblicità, commercio) delle sempre più diffuse sigarette elettroniche. Tra le disposizioni del decreto di maggiore interesse per la tutela del lavoratore c'è però quella che pone il divieto di fumo nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli Istituti di ricovero e cura di carattere scientifico. Insomma non è più possibile fumare sui balconi e nelle aree esterne dei reparti e questo a tutela della salute dei malati e del personale ospedaliero che non pratica questa abitudine così dannosa.

Il decreto del 2016 infine vieta il fumo all'interno di automobili in cui siano presenti bambini e donne in stato di gravidanza. Tra i progetti futuri del Ministero della Salute c'è quello di dare attuazione al Piano Nazionale della Prevenzione 2014- 2018, che si pone l'obiettivo di ridurre i fumatori del dieci per cento e di rafforzare la tutela dei non fumatori dall'esposizione al fumo passivo, soprattutto nei luoghi di lavoro.

Data: 25/11/2017 06:00:00
Autore: Annamaria Villafrate