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Stop ai vitalizi per i condannati, ma solo in parte. Una vittoria di Pirro? Tu cosa pensi? Rispondi al sondaggio

Sondaggio sulla fine delle rendite vitalizie per gli ex parlamentari condannati in via definitiva


diMarina Crisafi - Scatteràtra 60 giorni lo stop ai vitalizi per iparlamentari condannati in via definitiva approvato ieri da Camera e Senato,il tempo dell'entrata in vigore della delibera che cancella il c.d. “privilegioprevidenziale”.

Ma solo in parte.

Per riuscire a trovare un accordo tra ivari partiti, dopo mesi e mesi di rinvii e incessanti polemiche, infatti, i “buoni propositi” iniziali hanno cedutoil passo a una sorta di “compromesso”.

Facciamoil punto:

- La delibera

Le pensioni d'oro, quindi, verrannoeliminate soltanto per i deputati e senatori cessati dal mandato che hannoriportato (anche attraverso il patteggiamento) condanne in via definitiva a pene superiori a due anni di reclusioneper reati di mafia, terrorismo e controla Pubblica Amministrazione, salvo che per l'abuso d'ufficio, nonché per i “delitti non colposi, consumati otentati” per i quali sia prevista una pena non inferiore nel massimo a seianni.

- Le polemiche

La cosa non è stata “ben digerita” dalleopposizioni, M5S in testa che non ha partecipato al voto (insieme a ForzaItalia e Ap) abbandonando anche l'aula alla Camera e votando contro al Senato.

In sostanza, quello che è considerato un traguardo per i presidenti di Camera eSenato, che esultano parlando di “belsegnale da parte delle istituzioni” (Grasso) e di “forte moralizzazione della politica” (Boldrini), non è stato unrisultato indolore, ma una strada in salita conclusa con una delibera riveduta e corretta con misure cheprima non c'erano e ampiamente criticate da chi voleva (Pentastellati inprimis) eliminati in toto i privilegiai condannati indipendentemente dalla tipologia e dalla durata della pena.

Prima fra tutte, la possibilità di riottenere il vitalizio in caso di riabilitazione, chepuò essere richiesta dopo 3 anni dalla fine della condanna (ovvero 8 o 10 anniin caso di reati gravissimi e di recidiva) e qualora venga concessa farà “risorgere”il vitalizio perché la fedina penale nel frattempo si è ripulita.

Ma non solo. Lo stop al vitalizio non puòessere applicato nel caso di assegni epensioni di reversibilità, laddove il parlamentare sia deceduto prima dell'entratain vigore della delibera. Ciò significa che gli eredi (familiari superstiti del “cessato”, “condannato” e poideceduto) continueranno a percepire illauto assegno.

- I “numeri” dei vitalizi

Si parla di cifre variabili da 2mila 8milaeuro al mese pro-capite che, come riportato da Panorama nell'articolo "Vitalizi ai parlamentari condannati: i numeri",costano complessivamente agli italiani qualcosa come oltre 220 milioni di euro l'anno (139 milioni per i vitalizidi Montecitorio e 82 milioni e 500mila per quelli di Palazzo Madama – dati al2014), cui si aggiungono una serie di “spesucce”,tra cui appunto gli assegni di reversibilità, pari a circa 1 milione di euro l'anno.

- Le origini del “privilegio”

I vitalizi dei parlamentari a riposo nasconogià nel primo dopoguerra pergarantire ad un ex “onorevole”, una volta non rieletto la percezione di una renditaa vita, in modo da consentire a chiunque, anche ai meno ricchi, di poterrinunciare all'attività lavorativa per dedicarsi all'attività politica senzacondizionamenti di alcun tipo.

A grandi linee la logica originaria era “condivisibile” ma nel tempo si è trasformatain un vero e proprio privilegio, considerando soprattutto il “contraltare”previdenziale della maggior parte degli italiani, colpiti da riforme sempre più restrittive, tanto da spingere (all'epocadel governo Monti) ad un intervento già nel 2012 con diversi “tagli” al sistema.

- A chi spetta il vitalizio e a chi non spetta più

Fino alla fine del 2011, deputati esenatori potevano contare sulla rendita vitalizia anche per aver messo piede per pochi minuti (un solomandato qualsiasi fosse la durata) in una delle due aule parlamentari e aver compiuto 65 anni di età.

Dall'1 gennaio 2012 (con deliberazioni14.12.2011 e 30.1.2012) si è cercato di arginare questo spreco, imponendo cheil diritto al vitalizio sorga dopoalmeno 5 anni di mandato, ma conservando la possibilità di far scendere la soglia anagrafica dai 65 anni ai 60, progressivamente,per ogni anno di permanenza in più superato il quinto.

Altro importante punto su cui ha agito lanovella del 2012 è la trasformazionedell'assegno su base contributiva, ovvero in proporzione ai contributiversati,mentre la disciplina precedente prevedeva un versamento di appena l'8,6%dell'indennità ricevuta.

Tuttavia, le nuove regole si applicano soltantoper la parte di pensione maturata dopoil 31 dicembre 2011, quindi tutti i parlamentari che hanno cessato ilmandato prima di quella data hanno maturato il diritto a percepire il vitaliziosecondo il vecchio sistema.

Tracostoro vi erano anche i condannati in via definitiva.

Questo fino a ieri, almeno per le “vittime”della delibera, tra cui si annoverano nomi “eccellenti” come quello di CesarePreviti, Marcello Dell'Utri, Totò Cuffaro, mentre tra i “graziati” dovrebberorimanere Gianni De Michelis, Paolo Cirino Pomicino e La Malfa (Il Fatto Quotidiano ha pubblicato qui la lista con nomi, volti, condanne e importi).

- Una vittoria di Pirro?

Se da una parte si “esulta”, dall'altra c'èchi vede nella delibera appena approvata soltanto una misura “blanda”, una propaganda politica svuotata disignificato in vista delle prossime elezioni regionali.

In molti, poi, parlano di vera “vergogna”, anche in seguito aglisviluppi della sentenza della CorteCostituzionale (n. 70/2015) che ha dichiarato illegittima la legge Fornerosul punto che bloccava l'aumento dovuto all'adeguamento Istat delle pensioni,generando l'obbligo di rimborsare i pensionati per il “maltolto”.

Ma isoldi da restituire non ci sono, mentre invece, quelli per gli assegni dei condannati, ben più ingentidella maggior parte delle pensioni degli italiani, sinora sono stati trovati. E altri se ne troveranno in futuro perla lista dei “graziati” dalla delibera.

Così, la “vittoria” annunciata da piùparti, rischia di diventare una vittoriadi Pirro.

E voicosa ne pensate? Condividete la scelta adottata con l'approvazione della delibera o ritenete che si debbano eliminare totalmente i privilegi?

Rispondete al sondaggio o lasciate un commento nell'apposito form


Data: 09/05/2015 10:00:00
Autore: Marina Crisafi