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Spending review: ritrovato il dossier “perduto”. Ecco i tagli che farebbero risparmiare miliardi all'Italia

La mappa delle proposte sulla spending review da portare sul tavolo del Governo


diMarina Crisafi - Dopododici mesi dalla sua redazione ecinque dall'addio al ruolo da parte dell'ex commissario, il dossier Cottarelli sulla spending review, che nessuno sapeva più dove fosse e cosacontenesse, come riporta il Fatto Quotidiano (leggi l'articolo: “Spendingreview, pubblicati dopo 12 mesi i rapporti dell'ex commissario Cottarelli”),è stato “ritrovato” e reso pubblico sulsito revisionedellaspesa.gov.it.

La relazione “finale” raccoglie i 19 dossier degli altrettanti gruppi ditecnici che hanno lavorato insieme a Carlo Cottarelli per stilare la “mappa” delle proposte sulla spendingreview da portare sul tavolo del Governo.

Proposte che toccano tutti i “meandri” della spesa pubblica - daicosti della politica, centrale e locale, alle modalità di acquisto di beni eservizi, sino alle partecipate e agli appalti e, ovviamente, ai dirigenti edipendenti pubblici – e che, per iltriennio 2014-2016, raggio d'azione del dossier, avrebbero comportato nonsolo una riduzione immediata della spesa,ma anche innescato, nel medio e lungo periodo, un processo virtuoso destinatoad “autoalimentarsi” nel tempo.

Di queste proposte, alcune sono staterecepite nei diversi provvedimenti sinora adottati o in via di adozione (bastapensare agli immobili pubblici, alle centrali di acquisto e allarazionalizzazione dei corpi di polizia prevista dalla delega per la riformadella P.A.), altre invece sono rimastesulla carta.

Ma, stando alle parole del nuovocommissario Yoram Gutgeld, l'obiettivoper il 2016 è quello di apportare tagliper 10 miliardi della spesa pubblicache, al fine di eliminare le clausole di salvaguardia, dovranno essere concretizzatientro fine anno nella prossima legge di stabilità.

Eccole principali “mappe” del risparmio del dossier:

- Dai tagli alla politica quasi700 milioni di euro

Proprio dai costi della politica è possibiletagliare (e, dunque, risparmiare) quasi700 milioni di euro.

Gli interventi toccherebbero innanzituttoil finanziamento ai partiti, datoche la relativa legge, secondo il dossier, ha accolto soltanto in parte le proposte di tagli presentate (tra cui quellialle scuole di partito) che avrebbero generato un risparmio addizionale per 65 milioni di euro nell'arco deltriennio 2014-2016.

L'altra strada da imboccare passerebbe peri risparmi da regioni ed entilocali.

Quanto alle prime, la squadra di tecnici hastimato un risparmio di 360 milioni dieuro all'anno, di cui almeno 110 nell'immediato, attraverso la riduzionedel numero dei consiglieri (calibrata su quella del sindaco del comunecapoluogo) e dei relativi vitalizi.

Quanto ai comuni, invece, l'applicazione delle proposte porterebbe ad unrisparmio di 255 milioni di euro all'anno(che si eleverebbero a 275 laddove estese anche alle regioni a statutospeciale) di cui 158 almeno ottenibili rapidamente, mediante la fusione deicomuni al di sotto di una certa soglia di popolazione (tremila, cinquemila odiecimila abitanti), la riduzione di almeno il 20% di assessori e consiglieri eil relativo taglio degli emolumenti, l'eliminazione dell'indennità di finemandato ai sindaci.

Ulteriore “segnale forte” verrebbe dalla eliminazione del cumulo delle pensioni perchi svolge incarichi di governo o istituzionali (assessori, consiglieri,sindaci, ecc.). In “soldoni”, la proposta è quella di riversare allo Stato l'importodi una delle pensioni erogate dagli enti previdenziali (o da organi finanziatidal bilancio statale e quindi dai cittadini), con risparmi nell'ordine di decinedi milioni di euro.

- Acquisti di beni eservizi: fino a 3,2 miliardi in tre anni

Dalla revisionedelle modalità di acquisto dei beni e dei servizi alla P.A. rientrerebberorisparmi tra 1 e 3 miliardi di euro in tre anni. Come? Riducendo,innanzitutto, i prezzi unitari degli acquisti che derivano dallacreazione dei “soggetti aggregatori” della domanda e programmando su basetriennale i fabbisogni con piani gare annuali (risparmio stimato fino a 1,93miliardi).

Sempre nell'ordinedel triennio si potrebbero risparmiare da quasi 150 a oltre 430 milioni di euroattribuendo obbligatoriamente ai soggetti aggregatori le gareparticolarmente complesse o di valore molto elevato.

Infine, 300 milioni di euro potrebberoarrivare dall'utilizzo, nella negoziazione, degli strumenti informatici, e fino a 500 milioni dalle “rinegoziazioni” dei contratti conclusial di fuori del sistema dei soggetti aggregatori.

- “Ottimizzazione” dirigenti P.A.e mobilità per pubblico impiego

Anche le nuoveregole, finalizzate ad ottimizzare i vertici dirigenziali della P.A.,potrebbero portare ingenti risparmi. Cinque le proposte avanzate dal dossier: superamentodella divisione in “fasce” dei dirigenti e reintroduzione del ruolo unicoalmeno per le amministrazioni centrali; gestione associata per i servizi disupporto (con risparmi stimati di 50 milioni di euro); censimento e successivarazionalizzazione degli enti pubblici e delle agenzie; riordino (previaricognizione) delle strutture periferiche statali; eliminazione dellesovrapposizioni razionalizzazione ; diminuzionedelle sovrapposizioni di funzioni tra le amministrazioni dello Stato; ricognizionee riordino delle strutture periferiche.

Quanto al pubblico impiego, i dossier puntano sulla “mobilità” (giàoggetto, peraltro, del ddl Madia all'esame del Senato), sia obbligatoria, con il conferimento di maggiori poteri d'impulsoe decisionali al Dipartimento della funzione pubblica (che potrebbe provvedere d'ufficioal collocamento del personale eccedente presso le amministrazioni chepresentano vacanze di organico) chevolontaria, da incentivare con forme di pubblicità incisive sulladisponibilità dei posti e premialità per le amministrazioni che decidono diridurre le proprie dotazioni di organico.

Quale strumento“fisiologico”, invece, per il medio lungo periodo, il dossier raccomandaanche la revisione della disciplina sui licenziamentiindividuali, in un'ottica di responsabilizzazione del personale, sia deisingoli dipendenti che dei dirigenti.

- Appalti “sorvegliati” e piano partecipate

Perottimizzare la qualità della spesa negli investimenti, occorrerebbe rafforzare,secondo la relazione, le azioni di sorveglianza nella fase di esecuzione degliappalti pubblici, ma anche istituire un fondo progetti e uno per le opere epredisporre un decreto che definisca procedure e modalità di finanziamento incaso di mancato avvio delle stesse, oltre all'attuazione del decreto delMinistero dell'Economia e delle Finanze sul contenuto dei dati relativi alle operepubbliche.

A medio-lungotermine, inoltre, il dossier suggerisce la revisione delle funzioni deiresponsabili del procedimento e l'adozione di contratti standard dipartenariato pubblico-privato,oltre al riordino delle norme in materia di contratti (peraltro, oggetto dellariforma del Codice degli Appalti al momento giacente all'esame dellacommissione lavori pubblici del Senato).

Quantoalle partecipate,i dossier dei tecnici spingono verso una drasticariduzione (da 8mila a mille), posto che almeno 3mila di quelle esistentihanno meno di sei dipendenti e oltre un migliaio fatturati inferiori a 100milaeuro, mediante l'introduzione di un tetto dimensionale e il divieto dipartecipazione in società in cui il pubblico non raggiunge quote di almeno il10 o il 20%.

Data: 01/04/2015 16:00:00
Autore: Marina Crisafi