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Marijuana: presto la legge sulla legalizzazione. E tu cosa pensi? Vota il sondaggio

Si tratta di un'iniziativa bipartisan, partorita dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova


di Marina Crisafi - Sarà stata la recente relazione della Direzione Nazionale Antimafia, che di fronte all'inadeguatezza oggettiva della repressione ha invitato (tra le righe) il legislatore a depenalizzare la materia, o forse, più probabilmente, l'esigenza di regolare un mercato “libero” che immette illegalmente in commercio da 1,5 a 3 milioni di chilogrammi di cannabis all'anno (circa 25/50 grammi pro-capite), fatto sta che per la legalizzazione della marijuana sembra la volta buona.

La notizia, che sta girando in questi giorni (e già evidenziata su questo portale, leggi "In arrivo una legge bipartisan per legalizzare la cannabis"), è infatti che oltre 60 parlamentari si sono già riuniti in un intergruppo che sta elaborando una proposta di legge per rendere la cannabis legale.

Si tratta di un'iniziativa bipartisan, partorita dal sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, senatore del gruppo misto e radicale per nascita, che coinvolge deputati di tutti gli schiarimenti, dal Pd ai Grillini sino a Forza Italia, e che è figlia di un largo movimento d'opinione cui aderiscono personaggi del calibro di Umberto Veronesi e Roberto Saviano.

Il nuovo “organismo parlamentare” trasversale assicura che la legge arriverà presto in Parlamento per essere approvata e che mirerà ad un bilanciamento degli interessi in gioco: da un lato, la salvaguardia del diritto alla salute dei cittadini; dall'altro le ricadute “positive” che la depenalizzazione avrebbe in termini di deflazione del carico giudiziario (con la liberazione di risorse delle forze dell'ordine e della magistratura che potrebbero dedicarsi al contrasto di altri fenomeni criminali) e di “prosciugamento” di un mercato gigantesco, oggi appannaggio, per lo più, della criminalità organizzata.

E così, quello che non sono riuscite a raggiungere le decennali lotte “radicali”, i movimenti e le proteste, sembra possa essere raggiunto con facilità grazie alla “forza” del mercato: un mercato che ovviamente finirebbe per essere disciplinato e limitato dallo Stato, sul modello di quanto si fa già per alcol e tabacco, riducendo i costi della repressione (altissimi e inadeguati visto che non sono serviti a contenere i consumi di marijuana e hashish) e soprattutto rimpolpando le casse dell'erario.

Data: 17/03/2015 16:50:00
Autore: Marina Crisafi