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Decreto sul Fisco: solo un breve “restyling” prima di tornare in Cdm il 20 febbraio



di Marina Crisafi - Approvato dal Consiglio dei Ministri il 24dicembre scorso, giusto in tempo per essere messo sotto l'albero, il decreto sul fisco è stato un regalo nonmolto gradito e, prima ancora della fine delle feste, è stato restituito almittente.

Annunciato da tempo e poi rinviato proprio per le difficoltà di mettere d'accordotutti sul nuovo apparato sanzionatorio, il decreto legislativo sulla “certezza del diritto nei rapporti tra fiscoe contribuente”, meglio noto come decreto sull'abuso del diritto, emanato in attuazione della delega fiscale(l. n. 23/2014), era stato finalmente approvato con il pieno accordo dell'esecutivo,ma le modifiche apportate dal Cdm, al testo elaborato dall'apposita commissionetecnica, hanno fatto scattare subito lepolemiche.

Ad essere incriminato è innanzitutto il famigerato art. 19-bis (ribattezzato come “salva Berlusconi”), introdotto dall'art. 15 del decreto attuativoal d.lgs. n. 74/2000, che prevede l'esclusionedella punibilità quando “l'importo delle imposte sui redditi evase non èsuperiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l'importo dell'impostasul valore aggiunto evasa non è superiore al 3% dell'imposta sul valoreaggiunto dichiarata”.

Ma oggetto di critiche sono anche altri passaggi del provvedimento, come lanon punibilità per le fatturazioni falsesolo quando l’ammontare è superiore a mille euro (ex art. 3 del decretoattuativo) e l'applicazione del nuovo regime ai procedimenti in corso.

Intanto, mentre scattano le dovute ricognizioni tra le varie parti dell'esecutivo,il premier difende l'intero impianto del decreto annunciando solo un “restyling” prima della presentazione ufficialeil 20 febbraio prossimo, subito dopoil voto per il presidente della Repubblica.

Il nuovo testo del decreto sul fisco vedrà applicati correttivi al “3% della discordia”, che probabilmente sarà resoapplicabile solo ai casi relativi alle dichiarazioni fiscali infedeli (ovvero quelledovute a errori in buona fede o di interpretazione) ed escluso per ledichiarazioni fraudolente che resteranno penalmente punibili, ma tra le ipotesial vaglio c'è anche quella di abbassare la percentuale della non punibilità all'1,6%o 1,8%.

Ad essere riscritti saranno anche i passaggi relativi all'applicazione del regime ai procedimenti in corso ed eliminato iltetto dei mille euro al di sotto del quale si depenalizzano le fatture false.

La soluzione insomma sembra già trovata per arginare le polemiche ma icorrettivi sono stati posticipati volutamente al 20 febbraio, dopo l'elezionedel capo dello Stato.

Considerato che il Cdm in quella data dovrà approvare l'intero pacchetto di decreti attuativi rimasti a completamentodella delega, il cui termine ultimo è fissato per il 27 marzo, e considerato il lungo iter che prevede che gli schemivengano inviati alle commissioni parlamentari competenti per poi tornarecorredati di parere in Consiglio per il formale via libera (sempre che ilGoverno si attenga ai suggerimenti altrimenti la procedura si allungaulteriormente), a questo punto, apparemolto più probabile una proroga della stessa delega fiscale.

Vedi anche: Decreto attuativo della delega fiscale ribattezzato 'Salva Silvio'. L'evasione non è reato se non supera il 3%. In allegato il testo e la rassegna stampa

Data: 08/01/2015 14:19:00
Autore: Marina Crisafi